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Confcommercio, Tropiano: “più attenzione ai lavoratori di eventi, come i matrimoni”


Il ritorno alla celebrazione dei matrimoni con la tradizionale festa per parenti ed amici è troppo lento. Per ora siamo a prenotazioni di sale ricevimento tra il 15-20% dei matrimoni celebrati nel 2018 complessivamente in Basilicata (2.142 di cui 1.704 religiosi e 438 civili). Michele Tropiano, vice presidente Confcommercio Potenza, a nome delle associazioni di categoria della “filiera matrimoni”, sollecita da parte di Governo e Regione “più attenzione nei confronti di piccole imprese che lavorano quasi esclusivamente di eventi che oltre ai matrimoni sono religiosi, di famiglia e privati”.

Una situazione nazionale che si ripercuote a livello locale (1.421 matrimoni in provincia di Potenza e 721 in quella di Matera, sempre al 2018, con un calo costante annuale tra l’8 e il 10%). Secondo dati Confcommercio tra maggio e giugno sono stati in tutt’Italia 50 mila i matrimoni cancellati. D’altronde è proprio questo il periodo in cui molte coppie decidono di sposarsi e il lockdown ha frenato la maggior parte degli sposi che hanno dovuto cancellare cerimonie, pranzi e viaggi di nozze. Un giro d’affari miliardario letteralmente in crisi. Pochissimi hanno deciso di convolare ugualmente a nozze, anche senza parenti e festa. La maggior parte, dovendo rinunciare al pranzo di nozze e tutto ciò che solitamente un matrimonio comporta, ha preferito rimandare a data da destinarsi il giorno fatidico. Organizzare un matrimonio costa mediamente 23mila euro.

Il business degli abiti da sposa e da cerimonia fruttava 600 milioni, quello delle bomboniere 800 milioni, il settore dei fotografi 400 milioni a cui aggiungere 440 milioni legati ai matrimoni degli stranieri in Italia. Se si aggiungono musicisti, wedding planner, catering, fioristi, noleggiatori di auto da cerimonia e parrucchieri il giro d’affari arriva a 40 miliardi mentre la perdita attuale è di 26 miliardi. “Siamo pronti a rimboccarci le maniche – dice Tropiano – ma non possiamo prescindere da adeguate misure di sostegno da parte delle istituzioni per garantire la sopravvivenza delle aziende. Diventa perciò necessaria la costituzione di un tavolo tecnico permanente tra addetti ai lavori e funzionari regionali e comunali per coordinare tutti gli adempimenti necessari alla migliore riuscita degli eventi e la disponibilità di nuovi luoghi – anche istituzionali e di richiamo turistico – dove ospitare le cerimonie con rito civile, in modo da aumentare il numero delle date disponibili nei mesi di agosto, settembre e ottobre”.

“Voglio anche sottolineare l’aspetto umano della vicenda: ci sono coppie che avevano pianificato il sogno d’amore della loro vita e che si ritrovano senza punti di riferimento certi. L’accoglimento di queste proposte in vista delle prossime fasi dell’emergenza, darebbe loro l’opportunità di pianificare con serenità parte degli eventi e consentirebbe all’intero comparto di limitare le perdite”.
Gli imprenditori hanno stilato una serie di proposte che puntano innanzitutto a date certe per la riapertura e la relativa raccolta di prenotazioni, a finanziamenti a fondo perduto sulla base della diminuzione di fatturato rispetto allo scorso anno, alla sospensione per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti che, finita la cassa integrazione, dovranno tornare al lavoro.
Si pensa anche a un anno bianco, cioè di sospensione di ogni tipo di tassazione che, senza fatturato, le aziende non sarebbero in grado di pagare. Oltre a invocare la possibilità di prolungamento della cassa integrazione per i dipendenti fino alla fine dell’anno, gli operatori pensano anche alla tutela dei lavoratori stagionali, che causa annullamenti degli eventi, rimarranno disoccupati per la stagione 2020.
E ancora, misure a sostegno degli affitti, e, tra l’altro a incentivi a fondo perduto per l’adeguamento degli impianti di condizionamento e di sanificazione previsti dal governo.

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