Società e Cultura

Confcommercio e Cia-Agricoltori: indagine su acquisti natalizi


Oltre l’80 % dei consumatori lucani ritiene che il Natale 2022 sarà vissuto in maniera più dimessa e di conseguenza farà meno acquisti, soprattutto regali, rispetto a Natale 2021. La sfiducia dei consumatori per l’imminente Natale è dovuta principalmente alla preoccupazione “per l’aumento dei costi dei prodotti alimentari e delle bollette”. E’ la tendenza che emerge da un’indagine sui consumi di Natale realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Research. In sintesi i risultati dell’indagine: un terzo dei consumatori non farà acquisti principalmente per risparmiare, per il peggioramento della propria condizione economica o per l’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione; in ogni caso, in cima alla lista dei regali più diffusi si confermano i prodotti enogastronomici (70%), seguiti da giocattoli (49%), libri ed ebook (48%), abbigliamento (47%), prodotti per la cura della persona (41%); tra i regali che registrano l’incremento maggiore rispetto all’anno scorso si segnalano i prodotti per animali (+8,4%); per chi sceglierà di acquistare online i regali, si confermano in cima alla lista anche quest’anno carte regalo (77,8%) e abbonamenti streaming (76,4%); al di là dei regali rivolti al proprio nucleo familiare, il 50,3% farà regali ad amici e conoscenti e ad acquistarli saranno prevalentemente i coniugi in coppia. Quanto al budget di spesa stanziato per gli acquisti, il 60% spenderà tra 100 e 300 euro, mentre 1 consumatore su 3 non supererà i 100 euro; della tredicesima, comunque, solo una piccola parte sarà destinata ai regali, mentre il grosso se ne andrà per spese per la casa, tasse e bollette; tra i canali di acquisto preferiti, Internet si conferma al primo posto (64,6%), anche se in calo per la prima volta dal 2009, mentre salgono le preferenze per i negozi di vicinato (dal 42,5% al 45%).   In ogni caso, tra chi ha deciso di mettere qualcosa sotto l’albero, i prodotti alimentari si confermano al primo posto tra i regali (75,2%) seguiti da libri (55%) e giocattoli (54,4%), categorie tutte in crescita rispetto all’anno scorso; bene anche i capi di abbigliamento (42%), seppur in leggero calo rispetto al 2020, e le carte regalo (41%). Tra i prodotti in maggiore crescita rispetto allo scorso Natale, si segnalano gli smartphone (+10%). Meno di 300 euro il budget per gli acquisti. “In uno scenario particolarmente complesso ci conforta – commenta il presidente di Confcommercio Potenza Fausto Demare – la fiducia rinnovata per i negozi di vicinato. Una scelta che ci ripaga  dell’ impegno profuso da anni per riavvicinare i cittadini agli esercizi del proprio comune in modo da fronteggiare la competizione del commercio on line che per queste festività segna comunque un rallentamento oltre a fronteggiare la concorrenza dei centri commerciali, specie delle regioni limitrofe, che da sempre attraggono i consumatori lucani.  La nostra non è certo una semplice difesa di categoria. I negozi di vicinato sono fondamentali per l’economia e l’occupazione locale. Non sottovalutiamo una tendenza sempre più diffusa: si attende la stagione dei saldi agli inizi del nuovo anno per acquisti importanti magari rinviati specie per abbigliamento e calzature ma sempre in negozi di vicinato. Confcommercio c’è dalla parte di piccoli imprenditori e consumatori ai quali rinnova consulenza ed assistenza”.

Il caro energia spinto dalla guerra in Ucraina e l’inflazione alta accorciano la lista dei regali di Natale e spingono verso doni utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica. Lo dice Cia-Agricoltori, che stima in Basilicata una spesa media pro capite di 140 euro (-8% rispetto allo scorso anno) per gli acquisti da mettere sotto l’albero e conferma il primato del cibo come idea regalo delle festività.

A spiccare tra i doni preferiti è soprattutto il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio -osserva Cia- che compare nella lista dei desideri delle famiglie lucane, quasi il 50% del totale.

Quest’anno, però, il cesto natalizio classico è in versione taglia ridotta, a causa dei rincari, ma sempre riempito di eccellenze tipiche e locali. Messe via le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il Made in Italy e, tra i prodotti più gettonati, spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva -prevede Cia- compresa tra i 2 e i 2,5 milioni di euro.

Cambiano anche le modalità di acquisto. Sono in tanti – sottolinea Gianni Lorusso, presidente Cia Potenza – a scegliere sempre più spesso lo shopping natalizio nelle botteghe e nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+10%), che assicurano la qualità a un giusto prezzo, con le aziende Cia associate alla Spesa in Campagna in prima fila, nelle aree rurali come in città, per non far mancare sulle tavole degli italiani il meglio delle produzioni agricole regionali che fanno grande la cucina delle feste.

Intanto via libera al Reddito alimentare nella maratona notturna per la votazione sugli emendamenti alla Manovra in commissione Bilancio alla Camera. Grande soddisfazione per la Spesa in Campagna-Cia secondo cui la misura – commenta Giuseppe Stasi, presidente Cia Matera – seppure con una dotazione finanziaria molto limitata, vuole essere una prima risposta all’emergenza di quasi 6 milioni di italiani in povertà assoluta, obbligati a ricorrere a mense e pacchi alimentari per mangiare.

Per la Spesa in Campagna-Cia è un segnale di responsabilità importante rispetto all’escalation dei casi di indigenza e disparità sociale, anche per condizioni salariali e pensionistiche sempre più inadeguate e fiaccate dal caro-vita con l’inflazione oltre l’11%. Allo stesso tempo, la misura rappresenta un’azione concreta nella lotta allo spreco alimentare che ogni anno, in Italia, vede finire nella spazzatura più di 200 mila tonnellate di cibo buono.

Dunque, la Spesa in Campagna-Cia, auspica che l’emendamento già approvato sul Reddito alimentare non trovi intoppi fino al voto di fiducia alla Manovra, atteso per venerdì. Per l’Associazione, infatti, il testo dispone già di elementi interessanti di sviluppo, come la sperimentazione nelle città metropolitane, il coinvolgimento delle amministrazioni locali, della Gdo e, soprattutto, del Terzo settore.

“Siamo fiduciosi che ci sia ampio rispetto di questa misura -commenta la presidente della Spesa in Campagna-Cia, Beatrice Tortora- poi sarà importante capire modalità attuative, platea interessata e ruolo del nostro settore. Il Governo non dimentichi quanto abbiamo fatto, durante la pandemia, con mercati contadini e botteghe di prossimità, quanto la nostra presenza sul territorio e la qualità delle nostre produzioni siano un valore sociale ed economico per il Paese”.

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