Società e Cultura

Classifiche qualità della vita a Potenza: “non accontentiamoci dei risultati complessivi”


La buona posizione (44esima su 110 capoluoghi) assegnata a Potenza nella classifica realizzata dall’indagine Università Cattolica-Italia Oggi, che la fa diventare la migliore tra le province del sud italia, è un incoraggiamento alla classe politica a continuare a progettare la città dei prossimi anni. Ma non accontentiamoci e soprattutto attenzione a non sottovalutare i fenomeni disagio sociale e disoccupazione che sono ancora i punti deboli per accettabili condizioni di vita dei potentini. E’ il commento di Patrizia Gerardi, segretaria cittadina di Potenza di Italia dei Valori che aggiunge: anche se un secondo rapporto – Il Sole 24 Ore – colloca Potenza più in giù (67esima) comunque il miglioramento in questo secondo caso è dato dalle 13 posizioni scalate rispetto allo scorso anno.

Nel sottolineare che lo studio Università Cattolica prende in esame 9 parametri (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero, tenore di vita), a differenza di quello del Sole 24 ore che ne prende in esame 6  e per ciascun settore, a ogni provincia è stato dato un voto, la dirigente di IdV evidenzia che rispetto al 2016 gli incrementi negativi si registrano (in entrambi i casi di indagine) proprio nei parametri “affari e lavoro”, “disagio sociale e personale” e “tenore di vita”.  Sono tutti elementi facilmente riscontrabili  in città oltre che nella crescente disoccupazione di giovani e donne laureati, con l’emigrazione mai ferma, nel fenomeno del turnover di imprese individuali che si rispecchia in particolare nel centro storico, nella stagnazione dei consumi, come riprova il “black friday” con la corsa dei consumatori  ad ogni occasione di saldi e sconti. Mi rendo conto che sono indicatori socio-economici che – aggiunge – esulano dall’attività dell’Amministrazione Comunale che invece ottiene risultati positivi nella tutela dell’ambiente e nell’indice generale della qualità della vita.  L’analisi ha inoltre permesso di evidenziare una tendenza in particolare: non c’è più una netta distinzione tra un centro-nord avanzato e un mezzogiorno arretrato e povero, ma piuttosto “province minori contraddistinte da un notevole dinamismo e da condizioni economiche favorevoli contrapposte a contesti metropolitani sempre più statici e non più in grado di garantire condizioni di vita accettabili ai loro residenti”.  E nella qualità della vita – conclude Gerardi – rientrano i servizi per il tempo libero, la cultura, lo sport che da noi sono ancora insufficienti.

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