Politica

Bolognetti a Di Maio e non solo: “Signor Ministro, occorre investire in democrazia e diritti umani”


Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro del Consiglio generale del Partito Radicale (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 22 marzo)

La strage di diritto, diritti, la verità negata, il furto di democrazia e conoscenza.

Siete proprio sicuri che i temi che stiamo provando a porre non siano importanti? Importanti ora e proprio ora? Siete sicuri che il diritto umano alla conoscenza negato in Cina e altrove, la questione dell’attentato ai diritti politici dei cittadini, non abbiano a che fare con ciò che il mondo e il nostro Paese vive in queste ore? Siamo proprio sicuri che il tutto debba ridursi a una mera contabilità, a una tragica contabilità, di morti, malati, ricoverati, fermati? Certo è importante anche questo, per fortuna e per ora non siamo in Cina, con buona pace del Ministro Di Maio che investe in “amicizie” ma evita accuratamente di investire in diritti umani. Il cambiamento, appunto! Ora, proprio ora, è il momento di innescare un dibattito altro ed altro su temi che riguardano le nostre vite.

Lo dico a futura memoria. A volte non siamo poi così lontani dalla Cina che nega fondamentali ed elementari diritti umani. Non lo siamo se guardiamo alla comunità penitenziaria abbandonata a se stessa, agli agenti di Polizia penitenziaria e ai detenuti dimenticati e dannati. Poco fa ho ricevuto da una persona che mi è cara la notizia che nel carcere di Bologna si sono ammalati 9 medici e 11 infermieri. Ecco, servitori dello Stato, Agenti, lasciati ad affrontare una situazione impossibile e indegna di uno Stato civile, in carceri dove l’art. 27 del dettato costituzionale muore ogni giorno.

Non siamo così lontani dalla Cina. Non lo siamo se guardiamo a quel che avviene fuori dal carcere, nel momento in cui siamo tutti costretti ai “domiciliari”.

Non siamo lontani dalla Cina se pensiamo alla Costituzione tradita e vilipesa. Non lo siamo se leggiamo di persone a cui viene negato un adeguato soccorso, di medici mandati allo sbaraglio, della triste e drammatica storia della nostra Bergamo.

La verità è che in galera, e non da oggi, ci son finiti alcuni diritti e tra questi il diritto alla conoscenza. C’è in questo Paese un reiterato attentato ai diritti politici dei cittadini; eccome se c’è.

Ripeto, io che sto a casa per aiutare il mio Paese e i miei concittadini, io/noi amico/i dei “nemici del popolo” diciamo a Di Maio, e non solo a Di Maio, che occorre investire in democrazia e diritti umani. Questa è l’unica vera polizza che occorre stipulare se vogliamo sperare in un futuro migliore.

E invece, ahimè, siamo qui a leggere le performance di Travaglio.

Io amico dei “nemici del popolo” sto a casa, voi rispettate la Costituzione e le istituzioni che rappresentate. Onoratele le nostre istituzioni, onorate la Repubblica, onorate il 25 aprile per ciò che significa e per ciò che rappresenta anziché ridurlo a un simulacro.

Il tema della qualità delle nostre democrazie, oggi più che mai, dovrebbe essere al centro del dibattito politico.

Dovremmo riflettere, e quanto, su un’accecante verità: “la strage di diritto, diritti, conoscenza, ecc. ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”.

Io sto a casa in ottima compagnia, sfogliando le pagine del Non Mollare.

No, non sono un autolesionista, sto solo provando ad alimentare una fame di cose che hanno un riflesso sulle nostre vite. Vi assicuro che ora, proprio ora, mangerei volentieri, ma so e credo di sapere, per dirla citando il preambolo allo Statuto del Partito Radicale, che occorre richiamare ogni persona che voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà all’attiva difesa e al rispetto di tutto ciò che può evitare di farci precipitare nella barbarie.

Stare zitti? Non ora! Ora è il momento di parlare e delle scelte di campo.

 

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