Politica

Bolognetti: 25 aprile!? Ah! 25 aprile…a sì…


Che cos’è il 25 aprile, cosa rappresenta il 25 aprile? Temo che da tempo, da troppo tempo, sia solo un simulacro. E allora prepariamoci. Prepariamoci a fiumi di vuota retorica. Prepariamoci ad ascoltare i sepolcri imbiancati, gli scribi e i farisei che occupano il tempio della democrazia.

Poco importa se siamo sempre più una “democrazia reale”. Poco importa se la Costituzione repubblicana è stata ridotta a carta straccia. Poco importa se l’art. 32 della Costituzione è da tempo solo una macchia di inchiostro versata su una pagina dimenticata.

Viene in mente in queste ore di vigilia, che precedono le fanfare, le trombe e i tromboni, una pagina de “La Fattoria degli animali”:

“Per una volta Benjamin consentì a rompere la sua regola e lesse ciò che era scritto sul muro. Non vi era scritto più nulla, fuorché un unico comandamento. Diceva: Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali di altri”.

Guardiamolo questo muro. Per me 25 aprile è democrazia, libertà, stato di diritto (democratico), diritti umani. Per me 25 aprile significa ricordare i totalitarismi che hanno appestato la storia dell’umanità e stare attenti a quelli che potrebbero appestarla e che quelli che l’appestano. Il 25 aprile o è ogni giorno o non è.

Domani, questo 25 aprile, che ci vede travolti da un’emergenza sanitaria e democratica, lo celebrerò cercandomi un rudere. Qualcosa di simbolico per ricordare a me stesso che qualcuno bivacca sui ruderi della Costituzione, della democrazia e dei diritti umani.

Sì, mi cercherò una bella casa privata in rovina e disabitata, magari anche per chiedere agli autori del surreale art. 2 del cosiddetto “Decreto riaperture” come abbiano fatto a scrivere cotanto capolavoro.

Di certo proverò a ricordare a tutti che l’art. 9 del sopracitato decreto va immediatamente ritirato. Lo farò anche confortato dalle parole del Garante per la tutela dei dati personali, che tra l’altro ha scritto: “Per i profili di competenza dell’Autorità si osserva che il Decreto legge del 22 aprile 2021, n. 52, non rappresenta una valida base giuridica per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi a livello nazionale”.

Aggiungo, affinché sia chiaro, che non è “solo” (si fa per dire) questione di privacy. L’art. 9 va respinto al mittente perché è discriminatorio, ricattatorio e ha finalità palesemente coercitive oltre a non avere pezze d’appoggio scientifiche.

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