Lavoro

Basilicata post covid, presentato rapporto Ires Cgil

Nel 2020 in Basilicata perdita dell'11,2% del Pil e 4.700 occupati in meno


“La Basilicata risente della politica economica e sociale al pari di altre regioni molto più colpite dal virus. Questo dimostra quanto sia fragile il tessuto economico sociale lucano e il vuoto politico di questi primi 18 mesi di governo di centro destra. Il modello di sviluppo economico e sociale fin qui adottato è in ginocchio, le politiche economiche del tutto inadeguate”. È quanto dichiara il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa commentando i dati del primo rapporto del nuovo comitato tecnico scientifico Ires Cgil sulla Basilicata post covid.

È Riccardo Achilli, già componente del Nucleo Regionale di Verifica e Valutazione degli Investimenti Pubblici dal 2002 al 2017, a dirigere il comitato tecnico scientifico costituito dai ricercatori Giovanni Ferrarese, Pierluigi Smaldone, Rossella Corda e Giovanna Cuomo.

Secondo le proiezioni dell’Ires a fine 2020 la Basilicata perderà l’11,2% del Pil con un calo del 2,7% dell’occupazione, ovvero 4.700 occupati in meno. “Serve una proposta politica del sindacato in una lettura della nuova concertazione,  allargata e partecipata – spiega Summa – che si sviluppa su ambiti precisi su cui allocare le risorse. Primo fra tutti il petrolio. Ancora nei giorni scorsi si è discusso di petrolio solo nell’ottica di chiedere risorse. Noi invece riteniamo bisogna portare ai tavoli con Eni e Total la discussione oltre il petrolio, con investimenti in energia green. Ma per fare questo, serve un classe politica adeguata, altrimenti la Basilicata resterà solo un’ area geografica, nonostante punti di forza come il petrolio e l’automotive”.

Altri asset su cui investire secondo Summa sono welfare e sanità pubblica: “Bisogna investire in strutturalità per il sistema socio sanitario, innovandolo. Noi non abbiamo un sanità territoriale ma ospedaliera. La Basilicata ha fragilità profonda nel sistema socio sanitario, una parte dei fondi comunitari potrebbero essere utilizzati per rafforzare la rete socio sanitaria. In 18 mesi del governo Bardi – aggiunge Summa – non c’è un atto di programmazione sanitaria e in crisi pandemica non misurarsi con un quadro riformatore è vulnus preoccupante. Partiamo dai dati  – conclude Summa – proprio perché di fronte a crisi epocali sono necessarie delle domande a cui dare delle risposte, che per noi sono investire in welfare, istruzione e ricerca. Se il governo regionale non ci darà le risposte che cerchiamo, insieme a Cisl e Uil siamo già pronti alla mobilitazione”.

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