Società e Cultura

Attraverso gli occhi di Sinisgalli. Incontro all’Istituto Superiore “G. Peano” di Marsico Nuovo


Lontano dalla figura dell’”intellettuale specializzato”, Leonardo Sinisgalli è un uomo che ha scelto di oscillare tra le due massime e opposte vocazioni, la scienza e la poesia, cercando di farle convivere e riuscendoci egregiamente. Da una parte spicca l’inno alla fanciullezza, alla memoria di un luogo-culla di sensazioni che il poeta-ingegnere richiama nei suoi versi, dall’altra lo spirito industriale, con l’ incredibile capacità comunicativa e l’occhio progressista e lungimirante di chi sa trasformare la pubblicità in una forma artistica. Se parliamo di “grandi” del Novecento di certo non possiamo dimenticarlo: eppure, per qualche strana ragione, Sinisgalli è un filo così diabolicamente stretto e aggrovigliato che non riusciamo a tenerlo in mano, un labirinto di esperienze in cui facciamo fatica a non perderci e, forse, per questo tanto bistrattato anche da noi lucani, suoi conterranei.

Il labirinto di Leonardo Sinisgalli” è il titolo dell’ultimo lavoro di Biagio Russo, ex-direttore della fondazione Leonardo Sinisgalli ed uno dei massimi studiosi del poeta lucano, che mercoledì 15 Marzo, nell’Aula Magna del Liceo di Marsico Nuovo ha tenuto una conferenza con le classi dell’ultimo anno. Attraverso le domande che le studentesse e gli studenti hanno posto al relatore, si è delineata la complessa personalità di un genio poliedrico, definito anche il “Leonardo del Novecento“, che ha attinto a tante forme d’arte per esprimere il suo pensiero e la sua visione.

E’ emersa la figura dell’art director di grandi industrie italiane con le quali ha collaborato, rivoluzionando il modo di concepire la pubblicità, del grande intellettuale e critico d’arte che avuto la fortuna di conoscere e frequentare grandi personalità del panorama culturale italiano come Ungaretti, Quasimodo (per citarne alcuni) e anche dell’uomo che ha amato fino alla fine la sua Montemurro, fonte ispiratrice delle sue poesie.

Sinisgalli ama il suo piccolo paese, crede nelle possibilità della sua Basilicata e cerca di incentivarne il progresso, ma molte volte il suo rapporto con i lucani è difficile, tedioso, rarefatto dalla distanza che lo separa dal suo mondo contadino che non capisce la realizzazione del suo “figliol prodigo”, perché – come afferma il poeta – il lucano “abituato a contentarsi del meno possibile si meraviglierà sempre dell’allegria dei vicini, dell’esuberanza dei compagni, dell’eccitazione del prossimoQuesto è un popolo che la saggezza ha portato alle soglie dell’insensatezza.”

A conclusione del suo intervento, il prof. Russo ha consegnato agli studenti e alle studentesse, attraverso le parole del poeta montemurrese, un’ultima riflessione sul valore della poesia, che diventa fonte di vita e di riscoperta di un mondo capace di esprimere le aspirazioni più elevate e gentili degli uomini toccando gli aspetti più bassi e crudi dell’esistenza: “Come una mosca che ronza intorno allo sterco e alla rosa, odora il volto di Laura viva e morta, è compagna di Silvia che cuce e del cane che dorme”.

Piergiuseppe Mastrangelo

IIS “G. Peano” di Marsico Nuovo

 

 

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