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Ad Armento si discute con le scolaresche di un’economia sostenibile.


Ecologia è un termine che deriva dal greco, Oikos (casa o ambiente) e Logos (discorso o studio). Quindi quando discutiamo o studiamo il nostro ambiente stiamo facendo ecologia.  Sovente, però, parliamo degli ecologisti, invece che dell’ecologia; cioè vediamo persone sensibili all’ambiente come degli estremisti della sostenibilità che assaltano navi, bloccano convogli che trasportano carichi a loro dire di dubbia qualità e provenienza, che si oppongono ad ogni ed a qualsivoglia attività di “progresso” industriale. In alcune aree interne della Basilicata l’ecologia è quanto mai attuale per via delle preoccupazioni che destano i due poli petrolchimici: quello di Tempa Rossa, nell’alta valle del Sauro e quello di Viaggiano nella Val d’Agri. Poi c’è una ecologia che io definirei casalinga; una ecologia intesa come pratica giornaliera che “aumm aumm” (piano piano) sta guadagnando primati terrificanti nel consumo delle risorse naturali e nel depauperamento del suolo. È la prassi giornaliera di ogni famiglia, di ogni cittadino che consuma beni e prodotti che diventano rifiuti quando non si sa più che farne o quando hanno finito il loro ciclo di vita. Il vecchio computer o il ferro da stiro o il tetrapak del latte ed altri prodotti che sono entrati prepotentemente nell’uso quotidiano di ogni famiglia, spesso finiscono nelle piazzole di sosta delle strade extraurbane o nel mare o lungo le sponde dei torrenti.

Ora il mondo, come la scienza sta dimostrando, è arrivato ad un punto in cui ciò che ci offre è minore di ciò che noi consumiamo. E proseguendo di questo passo l’orizzonte, se pure lo volessimo immaginare lontano, è comunque un orizzonte che prima o poi lo si incomincerà ad intravedere ad “occhio nudo”. Va da sé che occorre ritornare ad assumere atteggiamenti che stiano in sintonia con la natura, in maniera da riportare l’equazione biologica entro la soglia di sostenibilità. Bisogna pescare pesce o tagliare alberi senza superare l’equazione biologica. Ma anche assumere atteggiamenti più rispettosi dell’ambiente, evitando di inquinarlo e di deturparlo, per farlo restare nelle condizioni di godibilità e di utilizzo per tutti, così come madre natura ce lo ha consegnato. In sintesi, bisogna invertire la tendenza di uso delle risorse naturali. Voglio citare due frasi che girano sui social ma che hanno una ben definita origine: provengono da un mondo puro ed indigeno, non contaminato da ambizioni evolutive che il capitalismo ha definito “progresso e sviluppo”. Ecco: “Non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo preso in prestito dai nostri figli”. “Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”; la prima attribuita ad un capo tribù di Shattle nell’anno 1854 la seconda a Toro Seduto, stesso periodo.

Ed è così che si incomincia a prendere coscienza di dover cambiare atteggiamento rispetto al mondo, e non può che venire da forze sensibili e giovani un cambio di passo. Greta Thunberg è l’emblema di questa nuova radicale presa di coscienza. Ed anche altre forze giovani stanno perseguendo questa strada, presi dall’amore per il luogo che abitano e rispettosi del ruolo che rivestono.  Ad Armento, piccolo centro dell’entroterra Lucano, la sindaca, Maria Felicia Bello, al suo primo mandato elettorale, frizzante come due litri di acqua effervescente dentro un contenitore da un litro, forte di un ambiente scolastico vivo e consapevole che le generazioni che passano sotto i loro insegnamenti saranno il futuro del mondo che vivranno i nostri figli, sta organizzando diverse iniziative di sensibilizzazione per onorare quell’impegno verso chi ci ha prestato il mondo.  Oggi, mercoledì cinque febbraio, la Sindaca ha riunito le scolaresche nella sala consiliare e con l’intervento del personale dell’EGRIB (l’Ente di Governo dei Rifiuti e delle risorse Idriche di Basilicata), dottoressa Anna Lanza, ha spiegato il ciclo dei rifiuti e tutto ciò che riguarda il ciclo di vita di ogni prodotto. Una vera lezione di sostenibilità ambientale ad una platea di scolari, preparati con impegno dai docenti di cui una, intercettata nel pieno della iniziativa, sprizzava gioia, come un vero maestro di vita;  Enza Larocca che è ormai nota per le iniziative che esulano dall’insegnamento canonico, portando i suoi scolari ad apprendere le regole che una volta stavano sotto la riga della materia che portava il nome di Educazione Civica, ovviamente è un lavoro di squadra che ha coinvolto tutto il personale della scuola.

 

La Sindachessa, ha poi illustrato il lavoro e la visione della sua amministrazione, che vuole raggiungere obiettivi che stiano al passo con un mondo sempre più attendo all’uso del territorio e delle sue risorse. Lavoro iniziato con la partenza della mensa dove, grazie alla collaborazione della ditta appaltatrice, è stato eliminato ogni tipo di stoviglia “usa e getta” fino a far consapevoli i ragazzi che costituiranno il futuro della cittadina Armentese.  Se la partita si inizia partendo dalle nuove leve avremo popoli consapevoli e capaci di approcciarsi all’uso delle risorse in maniera meno aggressiva e tracotante, come il benessere capitalistico ci ha abituati, e chissà che si raggiungerà il punto di inversione riportando l’equazione della natura entro la soglia di accettabilità.  Occorreva una lente giovane per osservare la vita in maniera diversa ed uscire dal torpore che ci impedisce di aspirare ad un mondo migliore, e così è stato. Armento ha dato un altro segnale di progresso intangibile di cui il mondo ha bisogno, così come un puzzle ha bisogno delle tessere per diventare un tutt’uno.

Ottima giornata, conclusasi con la consegna di una “borraccetta” con il logo del comune e la scritta: “ogni cosa che puoi immaginare la natura lo ha già fatto”.  Io, invece, voglio concludere con una considerazione di Barry Commoner: “In natura nessuna sostanza organica si sintetizza se non ha già in sé il modo della propria degradazione; il riciclaggio è obbligatorio”.

 

Gianfranco Massaro – Agos

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