Petrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

Vis: la ricerca diventi un punto di partenza. Le proposte di associazioni e comitati


La Vis si concentra in particolare sulle malattie del sistema circolatorio e dell’apparato respiratorio. Per alcune di queste patologie, secondo il professor Fabrizio Bianchi, il nesso causa effetto tra inquinamento e malattia sarebbe stato già dimostrato anche da altri importanti studi scientifici.
«Dalla Vis emergono alcune criticità che purtroppo sospettavamo già che ci fossero all’interno della nostra comunità – dice il presidente della commissione Vis, Michele Montone. Ci auguriamo per il futuro che chi dovrà decidere utilizzi questa relazione e ne faccia un punto di partenza e uno strumento per decidere nella maniera più obiettiva possibile. Ci sono dei rischi derivanti dallo sfruttamento della risorsa petrolifera, come dimostra l’aumento di determinate malattie».
Da parte di Camilla Nigro dell’Osservatorio popolare della Val d’Agri arrivano sei richieste alle istituzioni politiche e di controllo: sorveglianza sanitaria sulle popolazioni dell’intera valle; uno studio epidemiologico esteso a tutti i comuni dell’area petrolifera; prosecuzione del monitoraggio ambientale e sanitario da integrare con uno studio specifico sull’apparato cardiovascolare, respiratorio e riproduttivo; revisione dell’Aia introducendo prescrizioni su salute ed emissioni in atmosfera; inserimento di orari per l’H2S e di nuovi limiti per gli idrocarburi non metanici nella legge regionale sulla tutela della salute per i comuni di Viggiano e Grumento; monitoraggio delle acque di falda e di superficie ed, infine, chiusura del Centro olio fino alla bonifica.
Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, dal canto suo, sostiene che «già nel ’98 uno studio epidemiologico della Regione evidenziava come nel comprensorio della Val d’Agri le persone che si ammalavano di patologie respiratorie erano due volte di più rispetto al resto della regione. E nel ’99, quando fu autorizzato l’ampliamento del Centro olio, il ministero dell’Ambiente scriveva che in quell’area c’era una contaminazione della matrici ambientali da ossido di zolfo e biossidi di azoto. Mi lascia, quindi, perplesso tutto il clamore che stanno suscitando le risultanze della Valutazione di impatto sanitario, visto che era già tutto scritto».
Il tenente Giuseppe di Bello chiede che venga garantita «una sorveglianza sanitaria in tutte le aree sensibili della
Basilicata, a cominciare dal tubo digerente della Val d’Agri, vale a dire la Val Basento».
Per il Csail «nella babele di pareri medico scientifici, notizie e commenti che accompagnano il rapporto Vis, ci sono due domane a cui dar risposta subito: chi sono i responsabili della mancata e grave realizzazione del registro regionale dei tumori, e quali compiti si vogliono affidare all’ospedale di Villa d’Agri. Il Csail, che non ha mai abbassato la guardia sulla diffusione dei tumori nel comprensorio della Val d’Agri-Sauro, non si stancherà di rivendicare provvedimenti di prevenzione e di intervento adeguati a quello che continua ad essere il primo problema dell’emergenza salute per quanti vivono a contatto con i pozzi di petrolio».
Quanto all’ospedale di Villa d’Agri , il Csail evidenzia che «malgrado la sottoscrizione di oltre 40 mila cittadini e familiari di pazienti affetti da patologie tumorali per l’istituzione del secondo centro di radioterapia a Villa d’Agri, la Regione il prossimo due ottobre lo inaugura al San Carlo, calpestando così la richiesta popolare».

FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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