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Un ora è più di vero Cabaret alla Sala Zi Nik di Corleto Perticara. In scena “Giuseppe” Federico Salvatore.

Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quando il teatro arrivava nei paesi con il “Carro dei Tespi”. Vere case ambulanti dove all’interno si trovava tutto l’occorrente per uno spettacolo, come un camioncino dello Street Food moderno, gli “Speedy Pizza” che conosciamo nelle nostre piazze soprattutto durante le feste paesane. Carri che si aprivano e in un esploso di calate, di aperture, di funi, di teli e di armadi a scomparsa mettevano su un vero luogo di teatro, con camerino, guardaroba di scena e spazi per il trucco ed il parrucco. A Corleto Perticara, visti i tempi, e superati i carri, c’è un fermento  culturale che si manifesta con eventi di ogni ordine e grado; dal religioso, al paesano, al recupero valorizzativo di posti ed angoli del nucleo storico del paese. Uno di questi elementi è il teatro che, lontano dalla compagnia del Maestro Egidio Lauria, che nei mitici anni ottanta mise su la Compagnia Teatrale d’Avanguardia (CTA), deliziando non solo Corleto ma tutto il dintorno con meravigliose repliche di spettacoli di Edoardo De Filippo, oggi viene ripreso da un giovane attore e regista del posto: Giuseppe Gravallotti.

Ma veniamo ad oggi, sabato 19 aprile 2025, e ancora una volta in questo luogo dell’alto Sauro, dove la cultura si è manifestata con la leggerezza del Cabaret, celebrando un artista di valore e mai abbastanza apprezzato: Federico Salvatore, artista poliedrico napoletano che seppe farci divertire dalla TV dello Show di Maurizio Costanzo e dalla ribalta di tanti teatri Italiani. Accantonato per via della sua libera interpretazione dei tempi, non tutti se ne sono dimenticati ed uno di questi è il giovane talentuoso artista Corletano, allievo della scuola di De Filippo a Napoli, decide di mettere su uno spettacolo con una sorta di Cover dell’artista Napoletano. Porta il Cabaret che un dì vide la fortuna del Derby di Milano, del Piper o del salone Margherita di Roma ma anche del Teatro Augusteo o Bellini e pure dell’ex Bruttini di Napoli. Gravallotti, impastendo uno spettacolo gradevole tanto che ad un certo punto molti vedevano dietro le luci della ribalta, Vittorio Marsiglia, Nino Taranto, Peppino De Filippo o Pietro De Vico, per stare a noi Boomer. Poco più di un’ora, gradevole e rilassante con tante risate, che hanno coinvolto il pubblico con sobrietà ed intelligenza.

Giuseppe Gravallotti, ci regala momenti esilaranti di relax sano, onorando un grande artista e facendoci immergere come in una “realtà aumentata” dentro uno spettacolo di Cabaret di finissimo spessore artistico.

Se dunque Corleto Perticara è il centro di uno dei più grandi impianti Petrolchimici del Sud e può vantare un PIL accettabile, credo che, volendo superare quest’indice di benessere ampiamente contestato fin dal famoso discorso di R.F. Kennedy – il 18 marzo 1968 – con il discorso sul PIL all’Università del Kansas, gli indici equivalenti e meno materiali sono l’HDI (Indice di Sviluppo Umano) o, meglio ancora, il FIL ovvero la Felicità Interna Lorda molto più che accettabile. Sono queste iniziative, che muovendo i passi dal basso e avendo come stella polare il benessere interiore per sé e per gli altri, rendono degni di essere vissuti luoghi abitati da poche anime. Ecco, presumo, senza sentirmi esagerato, che tutti i fermenti socio-culturali manifestantisi in vari modi, fanno si che Corleto Perticara possa essere considerato un luogo dal FIL alto; tanto che quasi quasi ho dispiacere per quanti non hanno potuto o non hanno voluto sedersi alle poltrone della sala “ZI NIK”.

Gianfranco Massaro – Agos   

 

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