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Tramutola, nota del consigliere Roberto Pisano:”Senso di responsabilità dei tramutolesi meritava di essere difeso.”


Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma di Roberto Pisano, consigliere comunale del gruppo di minoranza “Tramutola in Comune.”

Nei giorni scorsi, diversi sindaci (prima 22, poi 25, ora 35) hanno espresso il loro disappunto di fronte alla decisione di portare la Basilicata in zona rossa, senza porre in essere alcuna distinzione tra Comuni differenziando le diverse situazioni. Una richiesta legittima, decisamente legittima. Di semplice buon senso.
Ho atteso e sperato.
Controllato, atteso e sperato.
E ancora atteso e sperato che comparisse il nome del mio Paese, Tramutola. Ma nulla. Rumoroso e fragoroso silenzio, invece di pugni sbattuti.
E non posso non domandarmi perché. Perché Tramutola che da diverso tempo è a “0 contagi” non ha lanciato nessun segnale di ostilità rispetto a questa scelta che ancora, di nuovo, ulteriormente, mette in ginocchio e chiede enormi sacrifici a un’intera comunità già pesantemente colpita da questo dramma? Perché?
Da cittadino, da amministratore, da operatore posso con assoluta certezza affermare che Tramutola e i tramutolesi si sono comportati benissimo quando sono stati chiamati a compiere sacrifici. E non ho alcuna remora nel riconoscere dei meriti anche all’Amministrazione Comunale che al netto delle critiche (che pure ci sono) è riuscita nella non facile opera di coordinare le attività necessarie al contenimento del contagio nelle sue fasi più acute.
Il senso di responsabilità dei tramutolesi, l’operosità della macchina del volontariato, l’abnegazione delle forze dell’ordine e il lavoro dell’Amministrazione ci hanno permesso di uscire più o meno indenni da situazioni anche estremamente critiche, quali quelle che hanno determinato un mini lockdown nel mese di ottobre.
Ed è proprio alla luce di questo impegno e di questi sacrifici che la scelta di non aderire all’appello lanciato da diversi sindaci genera delusione, rabbia e amarezza.
Perché Tramutola ora aveva bisogno di essere difesa.
Perché l’impegno profuso in questo difficilissimo anno meritava di essere difeso.
Perché i sacrifici compiuti in questo anno meritavano di essere difesi e onorati con una decisa, fragorosa e anche “violenta” presa di posizione contro una scelta che nuovamente ci getta nello sconforto.
Ecco perché fatico a comprendere questo silenzio, un silenzio che soffoca gli sforzi di tutti: dai bambini che hanno dovuto rinunciare alla bellezza del gioco e dell’apprendimento, quello vero, ai commercianti che hanno dovuto abbassare le serrande, dalle ragazze e dai ragazzi costretti a vivere la magia della propria giovinezza attraverso il filtro di uno smartphone, alle donne e agli uomini, giovani e meno giovani, costretti a rinunciare a parte delle proprie elementari libertà.
E se da una parte sono ben cosciente di quanto una “lettera” possa non essere lo strumento istituzionalmente più corretto per risolvere il problema, dall’altra so allo stesso modo quanto sia importante in questo momento ricevere un segnale; so quanto sia importante sentire la vicinanza e il sostegno del primo cittadino di fronte a un atto percepito come ingiusto, inopportuno, inappropriato, anche e soprattutto alla luce degli sforzi fatti nel corso di quest’anno da parte di una Comunità come la nostra che vive già numerose difficoltà.
Segnale che purtroppo non trova forma e sostanza in questo rumoroso e, a mio avviso, inappropriato silenzio.

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