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L’estate nera del trasporto aereo e le prospettive per il futuro

Quelli che stiamo vivendo sono tempi decisamente difficili per chi si muove in aereo. L’estate appena finita passerà alla storia dell’aviazione civile per il record di minuti di ritardo e cancellazioni messi insieme dai voli e le prospettive per il futuro, secondo i più accreditati analisti di settore, non sono certo delle più rosee. Ma come si è creata questa situazione estremamente complessa? E come possono difendersi le vittime dei disservizi? Proveremo a capirlo nelle prossime righe analizzando il quadro attuale e approfondendo il tema delle tutele per chi si trova costretto ad affrontare un ritardo o una cancellazione.

Il record dei disservizi dell’estate 2024

Solo in Europa si stima che tra inizio giugno e fine settembre 110 milioni di passeggeri sui 285 milioni che hanno volato hanno subito almeno un disservizio. In termini percentuali stiamo parlando di un 39% di persone che ha affrontato un ritardo o una cancellazione: il dato più alto dalla pandemia. E sono cresciuti anche i ritardi gravi, ovvero quelli superiori alle tre ore, mettendo insieme un poco lusinghiero +2,2% rispetto alle annate precedenti.

Il giorno nero di tutta la stagione è stato il 19 luglio 2024, data in cui il blackout di CrowdStrike (colosso internazionale di cybersecurity) ha causato disagi al 63% dei passeggeri statunitensi e al 55% di quelli europei.

Cosa prevede la legge in merito a risarcimenti e rimborsi?

Per fortuna molte delle vittime di disservizi di cui abbiamo appena parlato hanno potuto rendere meno amara la situazione grazie ai rimborsi voli garantiti dalle leggi internazionali. Due i documenti di riferimento: il Regolamento CE n.261 del 2004, relativo ai voli europei, e la Convenzione di Montreal relativa a quelli extra UE.

Il primo offre tutele molto maggiori ai passeggeri e, come si legge sulle pagine di AirHelp, società specializzata in richieste di risarcimenti e rimborsi voli, dà diritto a una compensazione totale se il volo ha accumulato un ritardo superiore alle 5 ore, se è stato cancellato meno di due settimane prima della partenza e il volo alternativo offerto non era utile per i piani di viaggio e se l’imbarco viene negato per overbooking.

A prescindere dal rimborso del prezzo totale del biglietto i passeggeri hanno diritto a un risarcimento economico anche se il volo ha un ritardo pari o superiore alle 3 ore, se il volo è stato cancellato con meno di 14 giorni di preavviso e in caso di overbooking. Risarcimento economico che può variare tra i 250 e i 600 euro a seconda della lunghezza della tratta.

Restano invece esclusi dai risarcimenti i disservizi causati da circostanze eccezionali indipendenti dalla compagnia aerea. Per circostanze eccezionali la legge intende le problematiche di carattere medico-sanitario, l’instabilità socio-politica, la limitazione temporanea del traffico aereo, gli eventi avversi di carattere meteorologico e gli scioperi indetti dai dipendenti aeroportuali o dai controllori del traffico aereo.

Rimborsi voli: la nuova sentenza del TAR

L’estate 2024 non passerà alla storia soltanto per il record di ritardi e cancellazioni, ma anche per il record di richieste di rimborso o risarcimento. Richieste che, a partire dai prossimi giorni, saranno ancora più snelle e veloci. Questo perché una recentissima sentenza del Tar Piemonte ha stabilito che i passeggeri aerei non saranno più costretti al percorso di conciliazione obbligatorio, ma potranno arrivare direttamente in giudizio per ottenere il rimborso previsto per voli cancellati o con ritardi prolungati.

La sentenza del Tar, qui un’altra rilevante per ritardo nella riconsegna dei bagagli, arriva a seguito del ricorso di un passeggero in partenza da Verona e diretto a Bari che si è visto annullare il volo a pochi minuti dalla partenza, e pone fine alla delibera dell’Autorità di regolazione dei trasporti dell’8 febbraio 2023, n. 21. che imponeva di “esperire preventivamente un tentativo obbligatorio di conciliazione” prima di intraprendere l’azione giudiziaria.

Le prospettive per il futuro

Come accennato in precedenza, le prospettive per i prossimi mesi sono tutt’altro che rosee e c’è il rischio concreto che i record negativi di quest’anno possano essere addirittura battuti nel 2025 e nel 2026. Il traffico aereo è tornato ai livelli pre-pandemia, la domanda è in continua ascesa ma le compagnie aeree internazionali si trovano di fronte molte problematiche di difficile soluzione, almeno nel breve periodo. L’aumento dei costi operativi è una di queste, così come le crisi geopolitiche internazionali. E se a questo aggiungiamo i notevoli ritardi nelle consegne dei mezzi da parte di Airbus e Boeing si intuisce come le previsioni degli esperti di settore non siano improntate all’ottimismo.

Proprio la carenza di mezzi, unita alle difficoltà nella manutenzione delle flotte esistenti e all’aumento dei costi di approvvigionamento, sta diventando un macigno per lo sviluppo delle compagnie che si traduce in difficoltà estreme a rispondere alla richiesta di voli e nuove tratte. Un problema enorme che, nelle parole di Willie Walsh, direttore generale della Iata, l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree “potrebbe durare anni anche se, una volta toccato il fondo, si può solo risalire”.

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