Non piove e non pioverà in maniera significativa per tutta la prima decade di novembre. Poche gocce non basteranno a far crescere i livelli delle dighe . E le conseguenze sono dietro l’angolo.
Acquedotto Lucano ha anticipato tagli all’erogazione idrica in undici comuni – tra cui Matera, Melfi e Venosa da metà novembre.
La scarsità di precipitazioni aveva già convinto Acquedotto Pugliese a ridurre di sessanta litri al secondo la portata immessa nei rubinetti. La società gestisce il canale Sele-Calore che porta acqua dalla Campania in Basilicata, e l’impianto di Missanello che potabilizza l’acqua del Pertusillo per Matera.
All’orizzonte dunque ci sono nuove restrizioni, che dovrebbero essere limitate a una o due sere per abitato.
In programma la prossima settimana i tavoli con sindaci e Regione, che a inizio mese aveva chiesto al governo lo stato di emergenza di rilievo nazionale per deficit idrico.
La criticità della situazione è messa nero su bianco dall’Autorità di bacino: rispetto a un anno fa, la diga del Pertusillo fa registrare oltre 20 milioni di metri cubi in meno; quasi dieci quella di Monte Cotugno.
Segno più per Camastra e San Giuliano, ma c’è poco da stare allegri.
Se non arrivano le piogge, le sospensioni idriche potrebbe estendersi. Meglio dunque evitare sprechi e consumi inappropriati.
Il Capogruppo Pd: ‘Se le condizioni non cambieranno, l’acqua basterà solo fino a gennaio 2026’. Frase da brivido riportata sul sito web di Acquedotto Pugliese che contiene un allarme inquietante con evidenti impatti anche in Basilicata
“‘…se le condizioni non cambieranno, l’acqua basterà solo fino a gennaio 2026…’. È la frase da brivido riportata sul sito web di ‘Acquedotto Pugliese’, che contiene un allarme inquietante con evidenti impatti anche in Basilicata che si stanno verificando in questi giorni. Tutti dobbiamo sperare in un cambiamento delle condizioni, ma i fatti strutturali che da tempo denunciamo e i nodi politici irrisolti rischiano di determinare crescenti condizioni di difficoltà, anche per i cittadini e gli agricoltori lucani”. È quanto afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che continua:
“Non aggiungiamo altro a quanto detto nelle Commissioni e in Consiglio regionale. Abbiamo avanzato proposte da tempo, ribadite nel recente dibattito consiliare, per provare a costruire una strategia che migliori gli equilibri tra Stato e Regioni, e tra Regioni. L’impostazione solidaristica deve guidare ogni accordo su un bene, l’acqua, di cui non si può rivendicare alcuna proprietà; al tempo stesso la raccolta, o l’accumulo, della risorsa idrica su un territorio deve essere valutata sia in termini concreti che di percezione dei cittadini.”
“La nascita di Acque del Sud e lo sbilanciamento di poteri tra Stato e Regioni – evidenzia Lacorazza – hanno fatto saltare un equilibrio che rischia di generare tensioni sempre più crescenti e programmazioni incerte tanto in Basilicata quanto in Puglia, soprattutto quando l’emergenza avanza e rischia di trascinarsi per più tempo. Ma tocca anche al Governo Bardi fare i compiti a casa, per i ritardi che abbiamo spesso denunciato e dimostrato in termini di investimenti, uniti a una totale rinuncia – dopo roboanti annunci – a una riforma della governance”.
“I cambiamenti climatici, che ci sono con complessi impatti ed evidenze – conclude Lacorazza – rischiano di diventare a volte un alibi e altre un pantano. Se il clima cambia, purtroppo, sul tema della gestione della risorsa idrica può rimanere tutto uguale a decenni fa? O, in assenza di idee, si alimenta un pantano di immobilismo e di inefficacia delle politiche? Nel cambiamento non ci si può accomodare e accontentare nelle pigrizie e nelle consuetudini”.




