Cronache

Condannato in primo grado per il caso Claps il genetista Vincenzo Pascali a Salerno


In Campania, a Salerno, oggi martedì 7 febbraio, è stata la giornata che ha visto condannare al processo di primo grado, dal giudice monocratico, Ubaldo Perrotta, della seconda sezione del Tribunale campano, a un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa, per il reato di falso in perizia, il genetista Vincenzo Pascali, oltre a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, un anno e sei mesi di interdizione da docente universitario e a una provvisionale di 20mila euro ad ognuno dei familiari della ragazza, la madre e i fratelli Gildo e Luciano. Una prima soddisfazione per la famiglia che oramai da tanti anni non prende più pace, in una storia dove nel processo terminato a Potenza il 14 settembre del 2015, degli imputati, gli unici ad essere stati condannati ad 8 mesi di reclusione, pena sospesa, per falsa testimonianza, le donne delle pulizie della Chiesa, Margherita Santarsiero e la figlia Annalisa Lovito. Il genetista Vincenzo Pascali, titolare dell’Istituto di medicina legale dell’Università Cattolica di Roma, effettuò la prima perizia sugli abiti della sedicenne potentina Elisa Claps, uccisa il 12 settembre del 1993, dal coetaneo Danilo Restivo, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, che escludeva la presenza di tracce di Dna dell’assassino, dopo il ritrovamento del corpo avvenuto soltanto il 17 marzo del 2010. L’esperto, incaricato dalla Procura della Repubblica di effettuare gli esami sui resti rinvenuti a Potenza, venne poi smentito da una seconda perizia effettuata dai Carabinieri del Ris di Parma che riuscirono, invece, ad estrarre il Dna dell’assassino, dalla maglia che indossava la vittima.

di Rocco Becce robexdj@gmail.com

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