Cronache

Concorso infermieri al San Carlo: polemiche per 176 esclusioni senza apparente motivo


Polemiche al San Carlo per la selezione destinata alla copertura di n. 36 posti a tempo indeterminato di CPS Infermieri: dubbi sul passaggio alla prova pratica.

Sono ben 176 gli Infermieri esclusi dalla partecipazione alla II prova del Concorso Pubblico per titoli ed esami per la copertura di n.36 posti di Infermiere – Collaboratore Professionale Sanitario – Categoria D indetto dall’Azienda Ospedaliero Regionale “San Carlo” di Potenza, quindi il 70%  dei partecipanti alla prova scritta, per la commissione esaminatrice del concorso, non è idoneo a continuare questa “corsa”.

Riceviamo e pubblichiamo una missiva da parte di alcuni esclusi che fa chiarezza sull’argomento e che motiva le polemiche in essere.

Partiamo dal principio, il 9 Febbraio 2016 viene pubblicato in G.U. n. 11 il bando di partecipazione al concorso pubblico per Infermieri bandito dall’Ospedale San Carlo di Potenza al quale sono pervenute 9291 domande di partecipazione e relativo pagamento di tassa concorso di 10 €, per un totale di 92.910 € entrate nelle casse Aziendali; nel Luglio del 2017 finalmente si procede alla preselezione, dalla quale sarebbero passati alla fase successiva solo 360 infermieri più ex equo,  di fatto 376 candidati superano la preselezione.

Breve parentesi: di colpo si arresta la mega macchina del concorso, mettendo da parte una procedura che poteva essere la miglior soluzione per poter garantire all’amministrazione un congruo numero di personale a tempo indeterminato, adeguatamente destinato sui posti vacanti; di fatto il 16/08/2017, sul Bur n. 31 della Basilicata, appare il  bando per un Avviso pubblico a tempo determinato per profilo CPS Infermiere Cat. D – per titoli e prova pratica, dove vengono esaminati attraverso domande a risposte aperte numerosi candidati, approvando con delibera 00495/2018 del 04/05/2018 una graduatoria di 738 idonei per il tempo determinato.  Congruo con i principi di economicità e trasparenza sarebbe stato terminare le procedure concorsuali avviate, ma di fatto hanno optato per una procedura a tempo determinato, che oltretutto poteva essere effettuata per soli titoli, evitando uno spreco di risorse economiche e di tempo, ostando così il regolare percorso del concorso a tempo indeterminato.

Ritornando al concorso, finalmente dopo 3 anni dalla pubblicazione del bando in G.U., viene nominata la commissione per il concorso, (a far storcere il naso, però,è la presenza di un Medico come presidente di commissione, data la presenza di Dirigenti infermieristici in tutta Italia, non è ancora chiaro perché debba essere un medico che ricopre un ruolo diverso in ambito sanitario e non è direttamente responsabile dell’operato degli Infermieri, che sono figure che possiedono un’autonomia professionale) e 580 candidati vengono convocati per la prova scritta. Il 10 Aprile 2019 solo 289 Infermieri sono presenti per partecipare alla prova  scritta, per la quale i candidati non avevano ricevuto nessuna indicazione ufficiale sulle modalità di svolgimento, tempistiche e regole.

Nessuna valutazione dei titoli è presente, solo regole molto singolari vengono esposte dalla commissione. Per chi è solito partecipare ai concorsi per Infermieri, la prima cosa che ha notato è stata l’assenza di un bar code o comunque di una metodologia identificativa  tra elaborato e candidato che garantisca l’imparzialità e l’anonimato durante la correzione della prova, infatti veniva richiesto di mettere in una busta il compito, in una bustina più piccola la scheda anagrafica, e il tutto veniva imbustato in un’altra busta più grande. Di fatto, per l’ennesimo concorso in basilicata, troviamo una prova che richiede un elaborato scritto, dove la commissione ha informato i candidati di non lasciare segni di riconoscimento, ma allo stesso tempo poteva evitare di ricopiare in bella copia l’elaborato, quindi si potevano apporre cancellature e aggiunte sullo stesso foglio. Viene, inoltre, comunicato che le valutazioni relative alla prova prativa, verranno riferite solo al singolo candidato nelle prove successive, se superate. La prova estratta è stata: “L’Assistenza infermieristica in emergenza in paziente affetto da Edema Polmonare Acuto Cardiogeno”. Diversi candidati, all’inizio della prova, hanno chiesto delucidazioni sul tipo di compito che era richiesto, viste le scarse informazioni fornite dalla commissione, ma non sono state fornite ulteriori indicazioni in merito da parte dei membri della commissione, rassicurando i candidati di proseguire e scrivere semplicemente ciò che conoscevano senza limiti di lunghezza o di sintesi.

Oltre ai principi di trasparenza che evidentemente vengono meno, è fondamentale sottolineare la carenza del personale infermieristico nell’Azienda Ospedaliera del San Carlo, più volte denunciato anche delle sigle sindacali presenti in RSU, le quali nel gennaio 2019 avevano chiesto spiegazioni sulle tempistiche del concorso viste le situazioni di grave carenza di personale e visto che le garanzie di assistenza e di tutela dei lavoratori venivano evidentemente meno.

Il 9 aprile viene prospettato, da un’altra sigla sindacale, lo scenario apocalittico che si aggiungerà alle carenze presenti: circa 200 infermieri potrebbero scappare con quota 100 dai reparti dell’Azienda del San Carlo, richiedendo a gran voce che si prosegua con il concorso.

Nei giorni successivi alla prova, sul sito dell’azienda vengono pubblicati i “criteri” di valutazione delle prove, molto generalistici (i quali verranno utilizzati anche per la prova pratica, quindi i candidati sapranno in anticipo questa volta, i criteri di valutazione):

  • grado di preparazione di base;
  • livello di chiarezza espositiva, organizzazione e gerarchizzazione dei concetti;
  • corretta individuazione del problema/caso posto, anche con riferimento a fonti normative.

Dopo circa un mese e mezzo invece, il 24 Maggio 2019, si apprende l’esito valutativo della commissione, la quale ha deciso che 176 infermieri, (molti dei quali con provata esperienza in area critica, altri vincitori di concorsi e dipendenti delle aziende del nord italia, ecc) non hanno superato la prova scritta, senza alcuna motivazione, dichiarando solo la lista dei 113 ammessi, un numero davvero irrisorio viste le carenze e le richieste di personale. Doveroso è l’accesso agli atti che ogni candidato interessato provvederà a produrre nei confronti dell’azienda, visto l’alone di mistero che è stato costruito attorno a tale concorso fin dal principio.

Spontanee vengono numerose domande:

  1. data una preselezione così limitante, perché ridurre del 70% gli ammessi alla prova pratica, viste le carenze documentate e denunciate anche dai sindacati?
  2. Perché sprecare denaro pubblico per indire un concorso se alla fine tale procedura non è stata calibrata in modo da coprire le carenze presenti?
  3. Perché non è stato tenuto conto della Direttiva n. 3 del 24 aprile 2018 riguardante le Linee guida sui concorsi, nella quale viene richiesto di non creare graduatorie troppo lunghe (il che sarebbe stato impossibile visto che la metà dei candidati non si erano nemmeno presentati a sostenere la prova scritta), né graduatorie troppo corte, da impedire all’azienda di dotarsi di personale a sufficienza per poter garantire adeguati standards assistenziali, nel rispetto della normativa vigente che limita il precariato, a tutela dei lavoratori.
  4. Perché è passato così tanto tempo dall’indizione del bando e l’espletamento della prima prova, mentre ora non viene fornito nemmeno il tempo utile alla trasparenza e alle dovute spiegazioni ai candidati non ammessi?
  5. Come può una commissione presieduta da un Medico giudicare degli elaborati basati sul processo del nursing e quindi di competenza esclusivamente infermieristica?[Rif. Normativo: Art. 38 Dpr n.220 del 27/03/2001.];
  6. Visto il normale turnover del personale, oltre che le carenze presenti, ed in aggiunta la misura politica di quota 100, come si potranno garantire i LEA? Forse prorogando illegalmente su posti vacanti i numerosi precari assunti successivamente alla preselezione del concorso?
  7. Perché numerosi candidati con importante esperienza e formazione in area critica, convinti di aver prodotto un elaborato di alta qualità, non sono stati ritenuti idonei?
  8. Perché si è avuto il tempo per espletare e attingere da una graduatoria a tempo determinato, creando ulteriore precariato e rinnovi selvaggi? Forse eliminando il numero di candidati idonei si potrà procedere ai rinnovi, cosa non consentita dalle normative contrattuali vigenti per tutte le pubbliche amministrazioni Italiane?
  9. Volevamo ricordare inoltre che il rispetto della normativa vigente che prevede normalmente l’utilizzo dei contratti a tempo determinato per la sostituzione del personale avente diritto alla conservazione del posto di lavoro nelle fattispecie di maternità, malattie e aspettative .
  10. Perché nelle Regioni con ampia esperienza concorsuale, come l’Emilia Romagna, vengono addirittura rimodulati i punteggi per superare le prove, in modo da creare graduatorie con numero di candidati adeguati, mentre in Basilicata si decide di tagliare dove già, il tempo e l’inefficienza, avevano ridotto drasticamente il numero di candidati.
  11. Come mai la maggior parte dei candidati idonei risiede nella zona, ha lavorato o studiato ai corsi di laurea vicini al San Carlo di Potenza? Può essere un caso, ma le numerose storture riscontrate fanno notare anche questi aspetti.

Si richiede quindi nomina di nuova commissione esterna, che riveda e valuti gli elaborati prodotti, sia per l’interesse dei candidati, che per l’autotutela aziendale, in quanto si parla di un’importante perdita di risorse umane e rischio di incorrere in sanzioni economiche per i dirigenti, prolungando i contratti a tempo determinato.

Si rimembra inoltre che la nuova legge di Bilancio 2019, al comma 360 dell’articolo 1, riporta il seguente testo:

[…] “360. A decorrere dall’anno 2019, le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, procedono al reclutamento del personale secondo le modalità semplificate individuate con il decreto di cui al comma 300. Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al periodo precedente, il reclutamento avviene secondo le modalità stabilite dalla disciplina vigente.

361. Fermo quanto previsto dall’articolo 35, comma 5-ter, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del medesimo decreto legislativo sono utilizzate esclusivamente per la copertura dei posti messi a concorso.

[…]

365. La previsione di cui al comma 361 si applica alle graduatorie delle procedure concorsuali bandite successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge.” […]

pertanto tale concorso sarebbe stata l’ultima occasione per fornire una minima presenza di personale a tempo indeterminato all’azienda dato che il riferimento normativo è applicato alle procedure concorsuali che saranno avviate nel 2019 e non per le procedure risalenti al 2016!

Siamo profondamente delusi e amareggiati viste le numerose incongruenze e anomalie, è doveroso vigilare e risolvere per le vie brevi la situazione nell’interesse dei candidati da tutelare e soprattutto nell’interesse di buon andamento economico dell’azienda pubblica, chiediamo di bloccare i lavori della commissione in attesa di fare chiarezza e ricevere risposte celeri per problemi  complessi evitando così che la magistratura intervenga per risolvere eventuali situazioni poco trasparenti.

Infermieri esclusi

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