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Bruciati 23 milioni tra slot e lotterie varie, il primato a Marsicovetere. Il sindaco: «Ricevo lettere di madri e figli»


Stipendi bruciati, risparmi in fumo, famiglie devastate. Gli effetti del gioco d’azzardo si riverberano non solo sulla sfera personale ma hanno ripercussioni sull’intera comunità. Secondo gli ultimi dati statistici che fotografano il fenomeno su scala regionale, i ludopatici in Basilicata sono in costante aumento. Basta un dato per capire la portata del fenomeno: nel 2016 i lucani, secondo i dati dei Monopoli di Stato, ha bruciato oltre 750 milioni di euro (495 milioni in provincia di Potenza e 258 milioni in provincia di Matera): tutti soldi che finiscono in un vortice che distrugge ricchezza e potere d’acquisto, in un settore che ha ben poco a che fare con l’economia reale, danneggiando il commercio e l’indotto di quelle imprese che già sopravvivono tra mille difficoltà.

In questo contesto lucano emerge il caso della Val d’Agri dove sembra esserci una più alta incidenza tra popolazione residente e «scommettitori»: complessivamente in un anno sono stati giocati 23 milioni di euro con la punta registrata a Marsicovetere dove mediamente sarebbero stati «divorati» dalle slot machine qualcosa come 2.200 euro pro-capite in un anno. Dicevamo dei 750 milioni spesi in Basilicata per il gioco. Il dato è stato rilevato dai consiglieri regionali del M5S Gianni Perrino e Gianni Leggieri, ma in realtà sul quantum della spesa non c’è grande chiarezza, dal momento che ufficialmente parla di 131 milioni «inghiottiti » da slot e lotterie varie nel 2016, aggiungendo che nel periodo gennaio-giugno 2017 i lucani hanno investito sul gioco 36 milioni di euro. Scendendo nel dettaglio della statistica scopriamo che nel primo semestre 2017 è risultata Matera la città dove si gioca di più. Difatti la spesa registrata ammonta a oltre 5 milioni di euro relativamente alle sole slot machine.

Non meno incisivo il dato del capoluogo di regione che con una spesa di oltre 4 milioni di euro. A seguire Melfi e Marsicovetere dove sono stati spesi rispettivamente 1 milione 268 mila euro e 1 milione 182 mila euro. Tornando ai dati del 2016, va detto che a Matera (con 366 macchinette funzionanti) la spesa pro capite ammonta a 887 euro e le giocate hanno superato quota 53 milioni. A Potenza il dato scende a 777 euro con 19 milioni di giocate complessive per un totale di apparecchi pari a 427 (6,4 per mille abitanti). A Melfi la quota pro-capite è di 540 euro per complessivi 63 milioni di euro (71 le slot machine sul territorio comunale). A Marsicovetere il dato pro-capite, come precedentemente segnalato, schizza a 2.204 euro per complessivi 21 milioni di euro (gli apparecchi sono in tutto 89). Statistiche che devono far riflettere e convincere le istituzioni, a livello nazionale e locale, ad agire con provvedimenti che da un lato riducano l’«appeal» delle sale giochi e dall’altra educhino i cittadini quanto meno all’utilizzo più consapevole di macchinette e lotterie varie. Per non cadere in un vortice autodistruttivo.

Claudio Cantiani, sindaco di Marsicovetere, non si dice sorpreso del poco invidiabile primato del suo comune nella spesa annuale pro-capite sul gioco d’azzardo (2.204 euro): «Il fenomeno – spiega – lo conoscevamo già anche perché personalmente ho ricevuto lettere da mogli, madri, figli e famiglie martoriate dal fenomeno della ludopatia».

Dal suo osservatorio, ritiene che il tema riguardi soltanto i giovani? «Riflette in qualche modo il problema della disoccupazione, ma non c’è una fascia d’età particolare più colpita dalle altre. Tra i ludopatici, infatti, ci sono anche molti pensionati».

Cosa fa il suo Comune per arginare il fenomeno? «Come tutte le amministrazioni comunali non possiamo fare molto. Di recente c’è stato il caso di una nuova sala giochi che avrebbe voluto aprire, ma ci siamo opposti e il relativo contenzioso ci ha dato ragione. Detto questo, però, devo purtroppo ammettere che non abbiamo molta voce in capitolo in tutta questa storia».

Ma almeno sul fronte della sensibilizzazione potete fare qualcosa… «E lo stiamo già facendo, parlandone nelle scuole, organizzando convegni. Dovrebbe essere il legislatore a intervenire per affidarci gli strumenti necessari a fronteggiare il problema. Mi rendo conto, però, che in questo campo ci sono tanti interessi in ballo, soprattutto economici. Non sarà facile».

Secondo lei perché c’è questo primato proprio a Marsicovetere? «Nella frazione di Villa d’Agri c’è un’attività commerciale molto dinamica e concentrata, in grado di attrarre gente anche da fuori regione. È evidente che chi gioca non è sempre un residente».

FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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