Lavoro

WhatsApp e liste di attesa: prime iniziative dal forum permanente associazioni e utenti


La più numerosa comunità di utenti del servizio sanitario regionale sinora mai realizzata, continuamente collegata attraverso WhatsApp; un Osservatorio “neutro” sulle liste di attesa, o meglio i ritardi di cura ai cittadini; uno Sportello di raccolta segnalazioni e di servizi di assistenza. Sono queste le prime azioni operative della “comunità” che si è costituita da stamattina su Whatsapp a seguito del Forum permanente che la scorsa settimana ha tenuto un incontro a Potenza nella sala conferenze del Consiglio Regionale per iniziativa del Comitato “Non siamo un numero” e di Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private accreditate aperta da tempo all’adesione di pazienti. Tra gli strumenti social più usati dai cittadini oltre Facebook figura WhatsApp. Per questo è stato realizzato il gruppo di riferimento che sarà esteso in primo luogo ai 9mila lucani che hanno firmato la petizione popolare, consegnata al Presidente Cicala, nella quale le liste di attesa sono la rivendicazione centrale.

Quanto all’Osservatorio, nonostante gli annunci politici della scorsa legislatura non è stato mai istituito, mentre la Regione aderisce all’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa, realizzato presso la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria – Ufficio 3, con decreto ministeriale 20 giugno 2019. L’esigenza di una iniziativa “neutrale” si pone in relazione a notizie diffuse sull’abbattimento dei tempi delle liste di attesa che non trovano riscontro tra gli utenti come riprovano le nuove segnalazioni presentate in particolare per mammografia ed ecografia. Lo Sportello di assistenza infine ha l’obiettivo in primo luogo di fornire tutte le informazioni necessarie sulla tutela del diritto alla salute e quindi di concordare azioni legali di difesa.

Queste prime iniziative rispondono innanzitutto all’esigenza espressa nel primo incontro del tavolo delle associazioni, a cui hanno preso parte i rappresentanti di una dozzina di associazioni attive in Regione, di “fare rete” e di allargare il tavolo a tutti i soggetti che condividono l’obiettivo di avere un’interlocuzione di maggiore peso nei confronti del SSR per garantire un’assistenza sanitaria mirata, efficace e largamente territoriale.

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