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Montemurro: Conclusa la settima edizione della rassegna “Le Muse di Sinisgalli nell’Orto di Merola”

Fino al 30 settembre sarà possibile visitare le mostre con le opere di Franco Di Pede e Antonio Masini


Si è conclusa il 30 agosto a Montemurro, con la presentazione della raccolta di versi di Francesco Cosenza, “Le Muse di Sinisgalli nell’Orto di Merola”, la rassegna estiva organizzata dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli, giunta alla sua settima edizione.

Sette gli appuntamenti che hanno animato il cartellone aperto il 30 luglio scorso, caratterizzato dalla contaminazione di discipline cara a Sinisgalli. Due le mostre, quella del maestro Franco di Pede (scultore), Antonello Di Gennaro (fotografo) e Carla Cantore (arteterapeuta), e quella di disegni, grafiche, bronzi dell’artista Antonio Masini, opere presentate dal figlio Nicola e dalla critica d’arte Fiorella Fiore.

Due gli appuntamenti fra teatro e poesia: il primo con la performance in realtà virtuale dell’attrice Egidia Bruno e del musicista elettronico Vincenzo Vecchione; l’altro con il concerto sensoriale della poeta ingegnera Silvana Kühtz, docente Unibas e promotrice del collettivo Poesia in azione, con le fotografie di Andrea Semplici e le musiche della sassofonista Susanna Crociani.

Poi è stata la volta delle iniziative dedicate alle letteratura: dalla narrativa, con la presentazione di “Italiana”, l’ultimo romanzo dello scrittore Giuseppe Catozzella, ai versi dei poeti Bruno Di Pietro e Francesco Cosenza, insieme a quelli di Velso Mucci, riportati all’attenzione della critica da Alberto Alberti e Nicola Vacca. Incontri accompagnati dai contributi musicali di Nicola Iannielli (pianoforte), Vito Stano (violoncello), Pina Lobosco (violino), Maria Mianulli (flauto), Magda Azzilonna (chitarra), Daniele Lerose (chitarra), Sergio Santalucia (fisarmonica, chitarra e zampogna), Giovanni Montecalvo (pianoforte), Lorenzo Mussuto (chitarra).

Gli echi della rassegna continueranno nelle prossime settimane. Fino al 30 settembre sarà infatti visitabile nella Casa delle Muse (dal lunedì al sabato, negli orari 16,30 – 19,30) il doppio omaggio in mostra a Leonardo Sinisgalli: “I fanciulli battono le monete rosse”, articolato nell’esposizione “Il gioco ri-creativo. Antichi giochi a Matera – Basilicata” con opere di Franco Di Pede, foto di Antonello Di Gennaro e testi di Carla Cantore, e nel percorso “Rapiti dalle Muse. L’incontro tra Leonardo Sinisgalli e Antonio Masini” con opere dell’artista amico di Sinisgalli e testi di Fiorella Fiore. Grazie alla generosità del maestro Di Pede e di Nicola Masini, resteranno in dono alla Fondazione rispettivamente l’intera mostra sugli antichi giochi e alcune opere di Masini che ritraggono il poeta ingegnere.

“Nel quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa – sottolinea il Presidente della Fondazione, Mimmo Sammartino – siamo felici di essere riusciti a organizzare un omaggio a Leonardo Sinisgalli nel suo paese natale, dopo quello virtuale realizzato nei mesi invernali, quando l’emergenza sanitaria impediva le manifestazioni in presenza. Ringrazio, per il prezioso contributo apportato alla buona riuscita delle iniziative, tutti gli ospiti che hanno voluto accettare il nostro invito, i membri del Consiglio di amministrazione e del Comitato tecnico scientifico, la struttura organizzativa della nostra Fondazione e il numeroso pubblico che ci ha seguito con interesse, raggiungendoci dalle aree più diverse. In un tempo complicato, segnato sovente da un clima palustre, da vischiose intossicazioni e da passioni tristi, l’impegno di una realtà come la Fondazione Leonardo Sinisgalli consiste nel cercare di portare la propria piccola pietra al progetto di edificare ponti di incontro e dimore di accoglienza. Una maniera, la nostra, per suggerire la necessità di resistere. Resistere con gli alfabeti della poesia, della letteratura, della scienza, dell’arte, della ricerca, del pensiero critico, che riprogettano il mondo. Una resistenza che, al di là dei codici prescelti, fonda le proprie radici nel valore irrinunciabile dell’eresia. Nel patrimonio della complessità. Nello stupore dell’inatteso. Nella fecondità del confine. Una resistenza che, nel provare a restituire un racconto alle voci che ci attraversano (a cominciare da quelle più flebili), si adopera per restituire senso e significato alla sfida irrinunciabile di dare corpo e anima a un nuovo umanesimo”.

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