Il movimento studentesco ed ambientalista lucano è tornato in piazza questa mattina per il secondo appuntamento dello Sciopero Globale per il Clima, nato dall’impegno della giovane attivista svedese Greta Thunberg, che già lo scorso 15 marzo ha fatto registrare una massiccia presenza di giovani e cittadini in diverse città del Pianeta. Due differenti cortei hanno animato le strade della Città di Potenza e della Val d’Agri, con la partecipazione di diverse sigle ambientaliste, associative e dei tre maggiori sindacati confederali.
La mobilitazione è stata indetta per richiedere un repentino cambio di rotta sul tema dei cambiamenti climatici e della giustizia sociale in Basilicata, in Italia e nel mondo intero. La Legambiente Basilicata e la Rete degli Studenti Medi della Basilicata hanno redatto una piattaforma comune per sottolineare l’esigenza di una modifica radicale delle politiche ambientali, energetiche e di sviluppo della Regione Basilicata, cartina tornasole dello sfruttamento indiscriminato – se non addirittura criminale, dopo le ultime notizie riguardanti le indagini in corso sul COVA di Viggiano – del territorio e delle fonti fossili, che rappresentano la base di un sistema economico capitalista e lontano dalle reali esigenze del territorio.
In questo momento storico è oltremodo necessario che le Istituzioni – internazionali, nazionali e locali – prendano seriamente in considerazione l’esistenza e l’avanzamento dei cambiamenti climatici che mettono in discussione la vita sul Pianeta così come la conosciamo, con il concreto pericolo di una vasta perdita di biodiversità e di innalzamento incontrollato delle temperature della Terra.
Per queste ragioni le organizzazioni promotrici del movimento Fridays For Future in Basilicata richiedono alla Regione di dichiarare, come già fatto dal Comune di Milano e dal Parlamento del Regno Unito, lo stato di emergenza climatica e di convocare un tavolo di discussione con tutto il movimento sceso in piazza il 15 marzo e il 24 maggio, per affrontare concretamente e nel più breve tempo possibile le richieste alla base della mobilitazione territoriale:stop a nuove estrazioni e a nuovi permessi di ricerca su tutto il territorio regionale; avvio in tempi brevi e certi di una exit strategy per la Basilicata dal petrolio e dalle fonti fossili nel loro complesso con la dismissione graduale dei pozzi attivi e la transizione verso comparti produttivi moderni e sostenibili garantendo e incrementando i livelli occupazionali; realizzazione di un piano straordinario di bonifica del territorio della Val d’Agri e della Valle del Sauro interessati da inquinamento derivante dalle attività petrolifere; riconversione 100% rinnovabile del sistema energetico, affiancato ad una rimodulazione della normativa regionale sullo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare nel settore eolico con la sospensione della legge regionale del 13 marzo 2019 e l’apertura reale all’autoproduzione e distribuzione locale di energia da eolico e altre fonti rinnovabili.