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La rinascita della Condotta “Slow Food Val d’Agri”


Domenica prossima, a Sant’Arcangelo, nel suggestivo scenario del Convento di Santa Maria d’Orsoleo, un nutrito gruppo di cittadini provenienti dai territori che delimitano il bacino dell’Agri si incontreranno per sancire la nascita ufficiale della Condotta “Slow Food Val d’Agri”.

Si tratta, in realtà, di una rinascita poiché la “Condotta di Viggiano” è stata attiva, a partire dalla fine degli anni ‘80, nella Val d’Agri per una ventina d’anni. Vi è da sottolineare che nonostante l’impegno dei fondatori, la Condotta non riesce in quegli anni ad occupare spazi significativi in un territorio che si apprestava ad essere profondamente segnato dalla presenza delle attività estrattive. Nemmeno il cambio del nome, che da Viggiano passa ad Alta Val d’Agri, riesce ad attrarre, attorno alle parole d’ordine Slow Food buono, pulito e giusto, consensi tali da poterne giustificarne la presenza. Di fronte ad uno scenario sconfortante, nel 2009 si decide di porre fine ad un tentativo che sostanzialmente anticipava molte delle cose in discussione al giorno d’oggi in materia di protezione dell’ambiente e di alimentazione sostenibile. La chiusura della Condotta, tuttavia, non porta alla rimozione degli obiettivi iniziali ma riesce a consolidare l’idea che occorre fare qualcosa per dare visibilità economica alla produzione agricola locale. Attorno a questa consapevolezza si è costruito gradualmente il consenso che ha portato alla riapertura della Condotta “Slow Food Val d’Agri”.

L’incontro di domenica assume un significato particolare per la Condotta valligiana poiché rappresenta anche l’occasione per festeggiare, alla presenza dei fiduciari delle altre quattro condotte lucane, dei produttori e dei cuochi della rete Slow, la nascita di “Slow Food Basilicata”. Sarà una sorta di manifesto a cui i soci della Condotta “Slow Food Val d’Agri” aderiranno per condividere azioni ed iniziative future finalizzate a tutelare e salvaguardare produzioni che stanno per scomparire (la Percoca di Sant’Arcangelo ad esempio) o non sono opportunamente valorizzate con una denominazioni d’origine.

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