PoliticaPrimo Piano

Giuseppe Priore sulla nomina di Antonio Tisci come nuovo Presidente del Parco Appennino Lucano

L’ex Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano Giuseppe Priore – in realtà non più ex dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha ripristinato il ruolo da Presidente di Priore – sulla nomina da parte del Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, di Antonio Tisci come nuovo Presidente del Parco. Ricordiamo che Antonio Tisci è stato ufficialmente nominato Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese con un decreto ministeriale che conferma una decisione già fortemente discussa a livello politico e giudiziario. La nomina arriva dopo una lunga fase di contenziosi e con una netta presa di posizione ministeriale che ha di fatto superato un pronunciamento contrario del Consiglio di Stato.

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa ricevuta da Giuseppe Priore:

In tanti mi hanno segnalato l’ennesimo articolo che annuncia (la dubbia) nomina del Presidente del Parco dell’Appennino Lucano, anticipata questa volta prima da Basilicata24 e poi da “quel giornale” strumento di comunicazione, di cui si servirebbe lo stesso soggetto nominato.
Sono anni che manipolano la verità e prendono di mira le persone con un fine preciso; distruggerle.
Ma con me hanno sbagliato persona.
Io non arretro, per me vale la reputazione, nonostante abbiano provato a sporcarla senza riuscirci.
Vale la Verità dei fatti che inizia ad emergere.
E’ il caso di riepilogare la storia, che ormai ha travalicato il limite dell’assurdo, per stabilire quella necessaria Verità sulla delicata vicenda che mi ha visto bersaglio di un sistema politico senza scrupoli, che non tiene conto delle competenze come previsto dalla stessa legge sulle aree protette, ma che in questo caso si è avvalso della vicinanza politica, dell’appartenenza e di una presunta fedeltà.
Il metodo utilizzato per arrivare alla nomina di Tisci è ormai noto e credo sia interessante riepilogarlo:
primo, il Ministero non mi ha mai nominato un Direttore così che potessi avviare una concreta attività di indirizzo e di gestione e dunque assumermi tutta la responsabilità, cosa che mi ha indotto a produrre convenzioni con altri Enti pur di avere un direttore a scavalco almeno per garantire il minimo delle attività.
In virtù di ciò, successivamente e per punizione sono stato revocato da Presidente del Parco con delle motivazioni risultate inesistenti. Un provvedimento davvero singolare perché, viene scritto nel decreto di revoca, che avrei adottato atti (validati dallo stesso ministero) in assenza di proroga da Commissario, ignorando un decreto legge approvato durante il Covid secondo cui tutti i commissari degli enti venivano prorogati per legge fino alla cessazione dell’emergenza;

A seguito di ciò viene nominato il commissario ad acta Tisci con il compito di valutare gli stessi atti e ripristinare la legittimità (inesistente). Tisci non annulla niente, non per incapacità, ma perché non c’era nulla da annullare. Però a conclusione della sua inutile attività, relaziona dichiarando che il Consiglio Direttivo non era stato collaborativo, dunque incapace a svolgere le attività di competenza;
– La relazione viene utilizzata per sciogliere il Consiglio Direttivo e concentrare tutti i poteri di indirizzo indovinate nelle mani di chi? Tisci.
– Intanto non mi sono scoraggiato e ho proposto ricorso. I fatti erano talmente evidenti e chiari che non mi sarei mai aspettato una pronuncia del Tar Basilicata che legittimava l’operato del Ministero. Ho fatto ricorso al Consiglio di Stato che ha annullato tutta l’attività amministrativa posta in essere nei miei confronti e di conseguenza ho chiesto di essere reintegrato.
Immaginate lo smarrimento che ha provato Tisci nell’apprendere la notizia! La macchina del fango e tutte le iniziative messe in piedi si erano in un attimo sgretolate.
Certo la protezione politica è rimasta forte, ma ancora per poco. Per ora hanno il vantaggio della lungaggine della Giustizia.
Una rete politica, con nomi e cognomi, che pur di garantire un posto ad un fedele di partito ha avuto il coraggio di ignorare una sentenza del massimo organo amministrativo con tutte le responsabilità che ne deriveranno. Chiedo ne vale la pena? Una nomina che, come detto da tanti, appare davvero singolare per le scarse competenze ambientali indicate nel curriculum e senza una conoscenza del territorio. I rischi sono molteplici ed incidono negativamente sulla strategia e sulla programmazione dell’area protetta. Più volte il Sig. Tisci ha dichiarato che nella sua strategia da “manager” e non da esperto badate, ha dichiarato di voler mettere al centro l’uomo, magari immaginando il Parco come un grande luna park.

Si è vantato di aver catturato nell’ultima settimana 7 cinghiali, su una popolazione stimata dall’ex assessore Galella in circa 80.000 (?).
Questi sono i risultati e tutta la valle, che in parte lo ha sostenuto, inizia finalmente a capire che non ce n’è per nessuno. Ci sono ordini chiari e precisi, ci sono interessi e altre persone come lui da tutelare. Lo dice bene il gruppo di opposizione in consiglio: si rischia di far diventare l’ente parco un ufficio di collocamento.
Finirà come la vicenda Arpab? Una questione di tempo.
Come sempre attenderò gli esiti della magistratura confidando serenamente negli esiti e nelle responsabilità che prima o poi saranno accertate.

Articoli correlati

Articoli correlati