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Appennino lucano, vacilla il Parco


A meno di due mesi dall’insediamento della nuova governance del Parco, con il Commissario straordinario il Gen. Alfonso Di Palma, e due sub Commissari, c’è già aria di crisi. O, meglio, c’è seria preoccupazione che Di Palma, nominato dal Ministro Costa, possa fare macchina indietro con l’eventualità, considerata non improbabile, di dimissioni.
La notizia è stata diffusa sabato scorso da ambienti qualificati che attribuiscono questa prospettiva a una serie di motivazioni tali da rendere ingovernabile la giovane area protetta, pronta fino a ieri ad affrontare una complessa ma necessaria fase di rilancio. Obiettivo considerato imprescindibile dallo stesso Commissario.
Quali fattori scatenanti siano intervenuti, non è possibile al momento precisarlo. Le stesse fonti sostengono che la prossima settimana potrebbe rivelarsi (obbligatorio il condizionale) determinante per far rientrare la crisi o, al contrario, renderla inevitabile.
Il Gen. Di Palma sembra finora non essere interessato a partecipare alla Bit di Milano dove il Parco sarà presente, mentre si fa strada l’ipotesi di  serie difficoltà alla base del  della presenza dei due Sub Commissari, attesi già nei giorni scorsi nella sede dell’Ente.
Peraltro non sarebbe privo di ostacoli il tentativo di porre in sintonia il Consiglio direttivo dell’Ente Parco con la nuova gestione. Ma questo non certo per problemi legati a divergenze con il Commissario, quanto per questioni di carattere giuridico-formale. E per alcuni eventi che si sono verificati nelle passate gestioni.
Un fatto è certo: l’orizzonte dell’Appennino non è sgombro da nubi che potrebbero compromettere il futuro assetto e la funzionalità stessa della struttura, chiamata a svolgere un ruolo guida su diversi fronti: quello del petrolio, in prima battuta. Ma anche gli altri, a cominciare da una idonea valorizzazione del bene natura e delle alte quote, oltre all’aspetto culturale, turistico e archeologico. Avanzano le ricerche sull’antica Grumentum e sull’insediamento ai piedi della torre di Satriano, alle porte della Val d’Agri, la valle dell’acqua e del petrolio.

Si attende su tutta la materia il pronunciamento del Ministro dell’Ambiente, Costa, chiamato a risolvere questioni vecchie e nuove. Almeno per quanto riguarda la sfera delle sue competenze ministeriali.  I prossimi giorni, come detto, potrebbero rivelarsi determinanti sotto questo profilo.

FONTE: ROCCO DE ROSA

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