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Giornata contro la violenza sulle donne: il genere non più fragile ma luminoso da rispettare

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Paola Di Persia, Psicocologa e cultore della materia “Psicologia e Personalità” presso l’Università “Sapienza” di Roma.

Dobbiamo educare la nostra specie con gli occhi dell’umano, in quanto non ha nessuna differenza l’occhio della donna piuttosto che di un uomo. Nel 2020 con un progresso così attento e veloce spesso rafforzato verso il qualunquismo ci ritroviamo a scrivere per l’unica settimana o giornata mondiale della violenza delle donne. La sensibilizzazione che manca, parte dalle radici ed affonda in quello che oggi chiamiamo sistema. Non si può lasciar interpretare un sistema con le quote rosa o di genere perché,  anch’esse generano violenza di pensiero. In un periodo come questo avvolti da un alone di incertezze e così delicato cerchiamo di dare voce e visibilità ad una matrice della società, non curando che la donna sia l’archetipo della Grande madre, sia il simbolo della creazione – il genere non più fragile ma più luminoso da rispettare-. Molto spesso assistiamo alle mortificazioni ed i fatti di cronaca ci lasciano perplessi ed impotenti, in quanto, non siamo ancora in grado di riconoscere i nostri diritti, di avere quella forza o trovarla in qualcuno che ci sostenga. Vi è una sofferenza anche per porre fine a quel rituale selvaggio che erroneamente trascuriamo e non riconosciamo in quei luoghi che non sono solo le nostre mura domestiche ma anche l’ambiente lavorativo, i luoghi di svago e tanto altro. Si ha paura, perché non si è autonomi, non si è fortemente posizionati nella società. Fino a quando il nostro stato non apporterà modifiche ed equilibrerà gli stipendi per esseri umani e non per genere la violenza ricorrerà sempre perché, anch’essa è una forma stessa di violenza.

Paola Di Persia
Psicologa – Cultore di materia Psicologia della Personalità – Sapienza Roma

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