Lavoro

UILP: Non aumentare l’età per andare in pensione


Non aumentare l’età per andare in pensione non solo è un atto di giustizia ma è necessario per favorire la “staffetta generazionale” in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati. Ad affermarlo è Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uilp per il quale, al contrario, mantenere l’aggancio all’aspettativa di vita per l’accesso alla pensione dopo la legge Monti-Fornero è una autentica crudeltà. Il sistema contributivo -aggiunge – garantisce l’equilibrio dei conti che sono largamente sostenibili. La “madre di tutti  problemi” è la legge Fornero che nel 2011 innalzò in modo drastico l’età pensionabile e introdusse forti penalità sulla pensione anticipata, oltre ad altre norme che in buona sostanza tengono oggi gli over 60 ancora a lavoro e lasciano a spasso i giovani che hanno sempre più difficoltà a farsi spazio nel mondo del lavoro. Siamo molto preoccupati per le future pensioni dei lavoratori che oggi sono giovani e per questo insieme a Cgil e Cisl chiediamo di cambiare i coefficienti di calcolo, oggi basati sul sistema contributivo. Questi criteri si sono rivelati troppo penalizzanti per i giovani,  come altrettanto negativa diventerebbe la progressione prevista dalla legge Fornero per lasciare il lavoro. Legare l’età pensionabile all’aspettativa di vita, inoltre, penalizzerebbe le fasce più deboli della popolazione (operai e edili) che smetterebbero di lavorare solo dopo avere superato i 70 anni.

Intanto l’Inps ha reso noto che al 23 giugno scorso sono già arrivate oltre 11.000 domande per l’accesso all’indennità Ape sociale e al pensionamento anticipato per i lavoratori precoci. Nel dettaglio, sono arrivate 7.638 domande di certificazione delle condizioni di accesso all’Ape sociale e 3.725 domande di certificazione delle condizioni di accesso al pensionamento anticipato per lavoratori precoci.  Il maggior numero di domande è stato presentato in Lombardia (1.896), seguita dal Veneto (1.177), dalla Sicilia (985), dal Lazio (959), dalla Toscana (881), dall’Emilia Romagna (837) e dal Piemonte (828). Dalla Basilicata le domande pervenute sono oltre un centinaio. L’Inps ricorda che le domande possono essere trasmesse esclusivamente in via telematica tramite i consueti canali istituzionali. L’interessato può compilare la domanda sul sito www.inps.it, ovvero rivolgersi ad un patronato. Nel complesso per il 2017 il Governo ha previsto l’uscita di circa 60.000 persone (35.000 con Ape sociale e 25.000 precoci).

Per chi matura i requisiti entro quest’anno, le domande vanno inviate all’Inps entro il 15 luglio se si vuole rientrare nella prima selezione. Si deve tener presente che questa è una domanda preliminare, che serve all’istituto di previdenza per verificare la sussistenza, almeno in prospettiva, di tutti i requisiti e la disponibilità dei fondi che sono stati messi a bilancio per finanziare l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Una volta ricevuto il via libera dall’Inps, che dovrebbe avvenire entro il 15 ottobre, i lavoratori dovranno presentare la domanda vera e propria di Ape sociale o di pensione anticipata, una volta maturati tutti i requisiti (ad esempio i 63 anni di età non sono obbligatori ora, ma li si deve compiere entro la fine dell’anno). Solo chi ha già oggi tutte le carte in regole, può inviare in contemporanea le 2 domande. Ma in ogni caso la risposta arriverà alla fine del monitoraggio. Gli uffici della Uilp e del Patronato Ital Uil sono a disposizione degli interessati per fornire informazione ed assistenza.

 

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