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Ospedale Villa d’Agri, U.Di.Con.: “Scenderemo in campo per evitarne la chiusura”


“La Val d’Agri in questi ultimi anni è stata abbandonata dalla politica – inizia così il suo intervento il Segretario Regionale U.Di.Con., associazione che annovera migliaia di iscritti in Basilicata, Severino Notarfrancesco – a dispetto delle promesse fatte dal Presidente della Regione Pittella, l’ospedale di Villa d’Agri sta perdendo sempre più pezzi, trasformandosi in una sorta di poliambulatorio, continuando a rimandare nei fatti i servizi utili alla prevenzione e alla cura delle malattie connesse all’estrazione petrolifera. Il diritto alla salute del popolo lucano è venuto meno, e questo non possiamo tollerarlo”.

La questione dell’ospedale di Villa d’Agri si trascina ormai da anni, e, nonostante la volontà espressa dal Dipartimento Salute della Regione di un potenziamento, la realtà è ben diversa. Infatti, dopo la chiusura del reparto di neonatologia, sembra prossima e certa anche la chiusura del Servizio di igiene mentale per carenza di medici psichiatri. Tuttavia tale problema potrebbe essere di facile risoluzione, a parere di Notarfrancesco, infatti si potrebbero reclutare unità dalla graduatoria dell’avviso pubblico portato a termine dall’Asm di Matera che ha assunto solo 4 dei 19 medici presenti ma, evidentemente, manca l’intenzione di sopperire alle difficoltà.

A preoccupare – secondo Notarfrancesco – è anche l’atto aziendale del commissario dell’Azienda Ospedaliera San Carlo che riorganizza i Dipartimenti e le strutture dell’Ospedale di Villa d’Agri con il chiaro intento di ridurre il nosocomio valligiano ad una sorta di succursale di Lagonegro. E’ impensabile chiudere i reparti ospedalieri in una zona povera di infrastrutture, in cui i casi di tumori e malattie, probabilmente collegate all’attività di estrazione petrolifera, crescono in maniera esponenziale. Di fatto, la stessa presenza del centro olio dovrebbe rappresentare un fattore determinante che, da solo, basterebbe a sventare la chiusura del nosocomio lucano.

“Come se non bastasse – prosegue Notarfrancesco – la Regione Basilicata ha promosso, per la prevenzione dei tumori, un progetto di screening per la individuazione precoce del cancro, ma non tutti i comuni della Val d’Agri saranno coinvolti. Non si capisce la motivazione di tale scelta scellerata, esistono forse cittadini di serie A e cittadini di serie B? La piaga delle malattie oncologiche sta colpendo in maniera indifferenziata la maggior parte dei comuni della Val d’ Agri, allora non capisco il silenzio assordante della politica, non comprendo come i Sindaci dei comuni tagliati fuori da questo importante progetto, possano tacere, è davvero incomprensibile! Non serve parlare della questione ospedale solo per avere visibilità, è necessario alzare la voce. Come Unione per la Difesa dei Consumatori – conclude Notarfrancesco – scenderemo in campo contro la paventata chiusura dell’Ospedale valdagrino, e per far sì che lo screening oncologico venga esteso a tutti i comuni della valle, nell’interesse dei tanti utenti lucani che già hanno pagato un conto salato alla politica dei tagli alla sanità, tenendo conto anche delle tante emergenze che riguardano il popolo della Val D’Agri. Non serve certo ricordare che la stessa Costituzione Italiana riconosce il diritto alla salute, definendolo un diritto fondamentale dell’individuo”.

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