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Medio Oriente ed Ucraina: il Mondo in assetto da combattimento

Situazione nello scacchiere del Medio Oriente

Nelle ultime settimane il fronte mediorientale è tornato a infiammarsi tra le sabbie roventi del deserto. Il Sud di Israele ha visto l’abbattimento di un drone Houthi, mentre un missile contenente munizioni a grappolo anch’esso lanciato dallo Yemen si è spezzato a mezz’aria vicino Tel Aviv, facendo cadere i frammenti sul moshav Ginaton. Solo danni materiali, ma l’allarme resta alto. In risposta, l’aviazione israeliana ha colpito duramente San’a’, la capitale yemenita. Sul fronte interno, la pressione cresce, a Tel Aviv esplodono proteste contro la gestione della guerra a Gaza, con episodi simbolici come il rogo di un tavolo dello Shabbat. L’IDF ha iniziato un’operazione terrestre denominata “Carri di Gedeone 2” che ha portato i carri armati israeliani a penetrare nella periferia della Striscia di Gaza. Israele mantiene una forte connotazione patriottica e biblica nelle denominazioni delle proprie unità, armamenti ed operazioni militari. I nomi biblici richiamano la tradizione e la storia: i missili balistici Jericho I, II e III, con un raggio d’azione di 11.500 km, il sistema di difesa missilistico a medio-lungo raggio. L’84° Brigata di fanteria “Givati” porta il simbolo di una volpe con al suo interno l’846° Battaglione denominato “Shualey Shimshon” (“le volpi di Sansone”), in riferimento all’episodio biblico di Giudici 15:4, quando Sansone incendiò i campi dei Filistei usando le volpi come armi incendiarie.

Le Brigate Territoriali israeliane portano nomi di tribù e figure bibliche: “Giuda”, “Manasse”, “Efraim”, “Beniamino”. Le operazioni militari richiamano figure e storie come “Carri di Gedeone” e “Leone che si rialza” (dal libro dei Numeri 23:24), mentre i carri armati Merkava prendono il nome dalla visione del carro celeste di Ezechiele (1:16-21). Il 20 agosto, una ventina di miliziani ha attaccato le truppe della Brigata Kfir con lo stesso equipaggiamento del 7 ottobre (ricordiamo il supporto iraniano ad Hamas con finanziamenti, addestramento ed equipaggiamento), uscendo da un tunnel in stile Vietkong, armati di mitragliatrici, armi anticarro e persino una barella, alimentando l’ipotesi di un tentato rapimento. Tre soldati israeliani feriti, uno in gravi condizioni. Circa metà degli terroristi è stata uccisa, l’altra metà è fuggita. Hamas ha rivendicato l’attacco, esaltandolo a fini propagandistici. Si moltiplicano le denunce sull’uso dei civili come scudi umani da parte di Hamas e sullo stoccaggio di armi all’interno di abitazioni civili. Al 7 ottobre 2023 i miliziani di Hamas erano circa 30000 organizzati in 5 Brigate che sono: la Brigata Rafah, Khan Younis, 2 Brigate nel Nord della Striscia e la Brigata dei campi centrali. Nel 2024 l’ IDF ha eliminato 9000 terroristi. Attualmente Hamas controlla circa il 25% di Gaza ed è riuscito a rimpinguare i ranghi dopo le numerose perdite, Hamas trova terreno fertile per reclutare vista la popolazione palestinese giovane. L’IDF stima circa 20000 terroristi di Hamas. Israele non è sola nella regione mediorientale perché può contare sull’aiuto statunitense e dei Paesi arabi filoamericani come la Giordania e l’Arabia Saudita. Ad eccezione degli attacchi siriani alla comunità dei drusi recentemente, il regime siriano di Al- Sharaa per ora non è una minaccia per lo Stato ebraico mentre Hezbollah in Libano risulta indebolito, dal 2000 la linea Blu segna il confine tra Israele e il Paese dei cedri con il contingente UNIFIL di stanza, oggi con la presenza della Brigata Taurinense italiana. In Cisgiordania cresce la tensione per il progetto di espansione israeliano a Maale Adumim, che rischia di dividere in due la regione palestinese, con possibili ripercussioni politiche e diplomatiche. In Israele scende il malcontento tra le truppe israeliane con il pericolo di numerose diserzioni ed aumentano le preoccupazioni per gli ostaggi in mano ad Hamas. Gli israeliani non sono abituati a combattere una guerra così lunga, la guerra nella Striscia dura da quasi 2 anni, Israele ha combattuto dal 1948 guerre di pochi giorni come nel 1967 dalla durata di 6 giorni o la guerra dei 12 giorni contro l’Iran nel giugno 2025. Zamir il comandante in capo dell’ IDF ha espresso la sua opinione contraria all’occupazione di Gaza. La mia ipotesi non filtrata dai vari giornali ma il risultato di varie unioni di tasselli, l’Iran attaccherà Israele in un periodo tra settembre ed ottobre prossimo e molto verosimilmente in occasione delle festività ebraiche di Rosh Hashanah, Yom Kippur o Simchat Torah. Un déjàvu della guerra dello Yom Kippur del 1973?

Situazione sul fronte russo-ucraino

Passando al fronte ucraino sempre più caldo, la guerra prosegue in una fase di logoramento. La cosiddetta “guerra ibrida” è condotta in Europa dai russi tra sabotaggi, cyber attacchi e disinformazione. Mentre l’incontro di Anchorage tra le diplomazie non ha portato risultati. Trump ha vietato l’utilizzo di missili ATACMS in territorio russo. Putin punta a consolidare le conquiste territoriali, sfruttare le risorse ucraine (comprese le terre rare) e costruire una “cintura difensiva” nell’ Ucraina orientale. Putin non ha una seria volontà di pace risultando contraddittorio per gli attacchi sui civili e militari. Le truppe russe hanno violato più volte le Convenzioni di Ginevra commettendo diversi crimini contro la popolazione civile come violenze fisiche ed omicidi, contro i militari, fucilazioni e torture nei gulag. I russi applicano tattiche usate in epoche precedenti attaccando in massa le posizioni avversarie. Le truppe del Cremlino hanno il supporto sul campo di droni Shahed 136 iraniani e di militari nordcoreani, ceceni e tagliagole siriani. Le forze russe avanzano lentamente, con la recente conquista di circa 10 km nei pressi di Dobropillya e una possibile manovra di accerchiamento intorno a Pokrovsk, che aprirebbe la via a Dnipro e Zaporizhia. Gli ucraini sono coraggiosi e determinati a resistere all’invasore russo. Zelensky ha definito l’avanzata parte della propaganda russa. A Chasiv Yar, dopo 16 mesi di ripetuti attacchi con artiglieria, droni e truppe, l’esercito ucraino resiste, proteggendo le città strategiche di Kramatorsk e Sloviansk. L’attacco ucraino con 100 droni contro basi aeree russe, nell’operazione “Spider Web”. ha distrutto 3/4 della flotta aerea russa in 5 regioni. I droni erano nascosti in cabine di legno all’interno di camion, un successo condotto audacemente. La Russia sta creando una zona cuscinetto a Nord dell’ Ucraina per poter colpire con l’artiglieria la città di Kharkiv usando falsamente la motivazione di una zona di protezione per la Russia. La NATO, preoccupata per la possibile espansione del conflitto, ha rafforzato le difese orientali. La Germania invierà una brigata in Lituania, mentre Polonia, Inghilterra e altri membri rafforzano i piani di difesa portando al riarmo. Gli scramble si moltiplicano, incluso l’intervento di caccia italiani in Estonia in funzione di air policing per intercettare aerei russi nel Mar Baltico. Mosca sta ammassando truppe al confine con la Finlandia membro recente ad essere entrato nella NATO già nemico storico della Russia come nella Guerra d’Inverno 1939-40, riuscendo a fermare i russi con cecchini e sciatori con le molotov.

Una pace possibile

Le condizioni imposte da Mosca considerate inaccettabili da Kiev sono: 

  1. Riconoscimento della sovranità russa in Crimea, Donetsk, Lugansk, Zaporizzja e Kherson
  2. Eliminazione delle sanzioni
  3. Destituzione di Zelensky e nuove elezioni
  4. Rinuncia all’ingresso nella NATO e agli aiuti occidentali
  5. Mutilazione dell’esercito ucraino a 10000 unità dall’attuale 1 milione
  6. Il russo come lingua ufficiale e divieto di truppe straniere

Putin vuole imporre il russo come lingua ufficiale in Ucraina per minare l’identità nazionale ucraina supportando la tesi della tutela della minoranza russofona proprio come Hitler e i Sudeti nel 1938. Un altro obiettivo russo è la denazificazione dell’Ucraina, forse Putin non si ricorda che Zelensky è ebreo. Il divieto di truppe straniere sul territorio ucraino per avere un maggior raggio di azione per agire indisturbato, Putin al massimo vorrebbe truppe di Paesi terzi come la Cina, alleata russa non un Paese terzo. Putin con la presenza di Peacekeeper avrà gli occhi addosso per i crimini di guerra, la coalizione dei volenterosi è composta da 30 Paesi con a guida Inghilterra e Francia. Condizioni che mirano, più che alla pace, alla sottomissione completa dell’Ucraina e al consolidamento dell’influenza russa.

Le condizioni di Zelensky:

  1. Il ripristino dei confini del 1991
  2. Il rilascio dei prigionieri di guerra
  3. Il ritorno dei bambini deportati
  4. La sicurezza nucleare
  5. La ricostruzione postbellica
  6. La giustizia per i crimini di guerra

In un’ era dove il quinto dominio è il cyber (i domini sono terra, acqua, aria, spazio e cyber) i droni e la tecnologia avvantaggiano le truppe ma contrariamente a quanto si pensava, le truppe devono occupare le posizioni cosa che la tecnologia per adesso non può ancora fare. In Ucraina si è assistito al ritorno delle trincee ritenuto ormai un vecchio ricordo della Prima guerra mondiale, sia per il terreno che per il coraggio e la determinazione delle truppe chi difende è avvantaggiato come durante il primo conflitto mondiale, a differenza della Seconda guerra mondiale dove chi attaccava con la guerra lampo e colpi di mano strategici vinceva. Per concludere con una frase tratta dal libro Della guerra del Generale prussiano Carl von Clausewitz “la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”.

Luca Buono

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