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Anche i ricchi fanno ridere. Il viaggio in treno da Roma a Foggia ed il racconto comico di Alain Elkann.


Io credo che Alain Elkann, raccontandoci del suo viaggio da Roma a Foggia, abbia voluto dirci qualcosa su cui si può essere pure d’accordo – vedasi giovani rumorosi e fuori dagli schemi e talvolta irriguardosi delle necessità degli altri passeggeri –  ma per il resto, ritengo, che il racconto sia romanzato, canzonandosi lui stesso per la troppa differenza tra i giovani e lui medesimo,  soprattutto quando ci descrive con dettagliata puntualità i giornali, i libri e l’armamentario tipico di un giornalista attento ed osservatore. In un’ora di percorrenza voi, pure attenti professionisti ed intellettuali canuti, tirereste fuori dalla vostra borsa, tre giornali, un libro ed il taccuino per annotare le cose che vedete o che vi sovvengono alla mente in merito alla conferenza che vi accingete a frequentare a Foggia?  Io ci vedo del comico, ed Elkann padre ha voluto proprio raccontarci una differenza abissale tra la futura classe dirigente e quella che sta per passare il testimone. Generazione di giovani che per fortuna sanno quando indossare la “coppola da Baseball” o il vestito di cashmere, al netto del fatto che non tutti i giovani sono come quelli narrati. Io ci trovo del comico e a tal proposito vi voglio citare un passaggio di Gianni Celati tratto da “Il transito mite delle parole” (Quodlibet Storie) nel dialogo sulla comicità con Alessandro Bosco.

[…] Ieri hai parlato di un’altra comicità, quella dell’asineria degli scolari sempre distratti, che guardano fuori dalla finestra e sbagliano tutto. E hai detto che l’importanza dell’asineria, come l’opposto della pedanteria, è la scoperta di Giordano Bruno.

  • Tra i testi teatrali italiani del Cinquecento, il Candelaio di Giordano Bruno è una delle maggiori invenzioni, per la ricchezza della lingua, ma anche per la figura del pedante, incarnata da Marfurio. Tutto inizia con l’elogio della << santa asinità>>. Il personaggio di Ottaviano fingendo l’asinità sbaglia tutte le frasi fatte latine che prosperano nella bocca del pedante Marfurio, il quale lo corregge sempre con il sussiego dell’uomo superiore. Così mentre la pedanteria punta a trasformare il sapere in potere, gonfiandosi di boria, l’asineria ci aiuta a vedere la boria del sapere come ridicolaggine. Il ridere comporta una regressione a questo stato, che più o meno è l’inevitabile pedaggio del nostro risucchio nel mondo.

L’abbiamo detto ieri: l’asineria tende verso un candore che è anche un volo fantastico, e aiuta a vedere la boria dei pedanti come ridicola esibizione.

  • Nel Candelaio Bruno si autodefiniva << Accademico di nulla accademia, detto il Fastidio>>. Prendi ora Totò: non ti sembra che sia una concordanza? Totò è un vero Fastidio per quelli che si credono dei grandi uomini. E la sua comicità nasce da un’asineria, addobbata con le più fantasiose trovate pseudo-pedantesche. Pensa a quando si mette a parlare in italiano scolastico, per darsi arie, facendo schioccar la lingua, e vengono fuori meravigliosi strafalcioni, o i nonsense più impensati. […]

Penso che anche voi potreste essere del mio parere, che Alain Elkann abbia voluto donarci un capolavoro di velata comicità ricercando proprio la scatenata reazione che dai social e da qualche editoriale è venuta fuori.

Gianfranco Massaro – Agos

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