La Prefettura di Potenza attesta 615 richiedenti asilo distribuiti tra i vari centri di accoglienza alla data del 23 novembre 2017. L’ intesa tra ANCI e Viminale parla di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti per i Comuni che scelgono volontariamente di aderire allo SPRAR (Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati) agli incentivi economici previsti e alla salvaguardia da ulteriori invii. Quindi, un programma che a conti fatti ospiterebbe solo 175 persone in caso di adesione. Che la città di Potenza contenga un numero sovradimensionato di migranti, sebbene siano tutti collocati dalle varie cooperative in destinazioni dislocate sul territorio cittadino, è sotto gli occhi di tutti e di certo non si evince dall’informativa prefettizia, ma che il disavanzo (445 ospiti) superi abbondantemente le aspettative pone inevitabilmente una serie di riflessioni. Lo afferma il portavoce del Movimento 5 Stelle potentino, Savino Giannizzari, dopo un’analisi dei numeri riportati nel documento e facendo la quadra con gli accadimenti che ormai riportano quotidianamente le criticità affrontate dagli abitanti. I fenomeni di accattonaggio diffusi ormai ovunque, un episodio di tentata violenza sessuale consumato alcuni mesi fa nel centro città, l’incremento della prostituzione sia presso appartamenti privati che lungo le strade hanno determinato una condizione di insicurezza dilagante aggravata dai recenti furti nelle abitazioni ad opera di una criminalità più o meno organizzata sfuggita al controllo delle autorità competenti. Eppure dello SPRAR e del decreto sicurezza, in quanto strumenti per fronteggiare i fenomeni più urgenti che riguardano l’ambito urbano, il Movimento ne aveva già segnalato le opportunità in altre occasioni, senza che gli organi competenti si adoperassero in alcun modo. E non si comprende perché l’attuale amministrazione continui ad eludere i vantaggi offerti da una iniziativa come quella del Ministero dell’Interno basata su alcuni principi tra i quali, innanzitutto, quello della proporzionalità, della distribuzione equilibrata sul territorio degli arrivi, convertiti dalle cooperative in permanenze stabili, in attesa dell’accertamento della protezione internazionale, il più lungo (18 mesi) rispetto agli altri paesi europei (6 mesi). E’ palese che i vantaggi di cui godono le associazioni in capo alla gestione di questo che è diventato un vero e proprio “affare” (35 euro/die/persona contro un pocket-money di 2.50 euro all’immigrato) incoraggino un metodo adatto, tuttavia, solo a foraggiare le filiere della criminalità organizzata, attenta a non lasciarsi sfuggire occasioni di business non più appena radicate. Un metodo viziato dalle lungaggini delle procedure, dalla scarsa trasparenza della gestione dei fondi e dall’assenza di programmi di inserimento socio-economico dei beneficiari, utili a restituire dignità alla persona e al territorio ospitante. E’ chiaro che per arginare un fenomeno come quello dell’immigrazione si rendono necessarie altre azioni, peraltro riportate nel programma elettorale del Movimento 5 stelle, in parte orientate al contenimento dei flussi migratori fino all’azzeramento e successivamente alla gestione delle presenze dopo gli opportuni accertamenti, ma è altrettanto vero che gli strumenti disponibili vengono sistematicamente dirottati per dare spazi a forme di amministrazione fortemente discutibili. Alla stregua del problema sicurezza che si interfaccia non solo con quello dell’immigrazione, ma con altre criticità come quella più recente dei furti di appartamento, completamente fuori controllo dall’autorità di pubblica sicurezza, poco rappresentata sul territorio rispetto alle necessità, nonostante il decreto sulla sicurezza urbana stabilisca metodi e mezzi adeguati per fronteggiare le criticità connesse alla criminalità organizzata attraverso un’azione sinergica anche con i cittadini, oltre che con le altre strutture deputate alle medesime finalità.
Comunicato del M5S Potenza