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“Un treno chiamato desiderio”, 40 anni di attesa per annullare il divario tra nord e sud

L’emancipazione delle aree interne della nostra penisola osservano l’andamento dei treni, indice è il manifestarsi dello spopolamento determinato dalla scarsa presenza di infrastrutture e di una mobilità svantaggiata.

Ci sono luoghi in cui l’Alta Velocità non è mai arrivata, lì dove anche la sola presenza di un piccolo trenino, seppur a “scartamento ridotto” sarebbe bastato per uscire da un isolamento primigenio, ad aprire nuove prospettive di produttività e turismo, annullando i contorni della visione di un treno possibile con il relativo abbandono dei territori depauperati dai servizi. Purtroppo per molte ferrovie nel sud Italia, dal 1969 in poi vi è stata una vera e propria emorragia, molte arterie ferroviarie sono state recise, congedate dal loro ruolo, lo scarso traffico e la politica dei tagli  hanno decretato la fine di linee ferroviarie considerate obsolete, improduttive o addirittura in perdita, se rapportata ai costi di gestione, negli anni soppiantato dal pratico trasporto su gomma, bensì più impattante ed inquinante. Di questo scottante argomento, messo in luce in più puntate, si è occupata anche la nota trasmissione “Agorà” di Rai 3, nelle scorse settimane,

Un tema tanto importante e sentito, dai notevoli risvolti sociali, che con l’arrivo dei fondi europei del Recovery e del Pnrr, verrà discusso nell’incontro – Convegno del 17 luglio presso l’hotel Capasso di Contursi Terme, organizzato dal Comitato ferrovia ‘Eboli-Calitri-Pescopagano-Melfi. Piana del Sele-Alburni-Vallo di Diano, Irpinia, Lucania, daunia: annunciate le presenze dei sindaci dei 40 Comuni interessati di quattro province di Campania, Basilicata, Puglia. In particolare saranno presenti alcuni rappresentanti istituzionali, le Associazioni – UB Altavelocità stazione Eboli-Piana del Sele; Riattivazione ferrovia Sicignano-Lagonegro; La Strada dei Fiori San Fele; In_Loco_Motivi di Avellino; Sinemetu di Venosa; Piccoli Comuni Italiani di Rocchetta Sant’Antonio; I treni di Tozeur di Gioia del Colle; Matera Ferrovia Nazionale; Forum Democratico Metapontino di Bernalda; Ref. Fai C.D. (Potenza- Laurenzana); Potenza Nostra;

La missione delle associazioni che credono nella progettualità di sviluppo del trasporto ferroviario nelle zone interne ha come obbiettivo quello di ridurre il divario infrastrutturale di alcune zone del Paese “il riscatto per il sud passa attraverso la mobilità sostenibile”.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ad oggi, prevede la replica del Piano «#italiaveloce» in cui “viene giudicato prioritario l’intervento di velocizzazione della relazione Roma-Napoli-Salerno-Reggio Calabria con progressivo upgrading delle linee di connessione con la Basilicata (Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto) e la Calabria” Interventi la cui progettazione è stata finanziata con il Decreto Rilancio per 40 mln.

È opportuno prevedere anche la realizzazione di nuovi tracciati ferroviari nella regione Basilicata in una prospettiva di valorizzazione ed in funzione di sviluppo e promozione dell’offerta turistica.
Tornare ai vecchi percorsi assumerebbe una funzione fondamentale nella promozione della conoscenza dei luoghi attraversati, nella loro migliore conservazione e nella loro valorizzazione,  grazie ad un mezzo che ne favorisce un genere di transito improntato alla fruizione turistica del territorio.

Il recupero della tratta delle Fal che collega Potenza a Laurenzana, che partendo dal capoluogo si introdurrebbe nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, dall’area metropolitana di Potenza, con i paesi che aprono a nord il territorio del Parco, “una cerniera del sistema delle aree protette che è il più vasto d’Europa”, comprendente i Parchi lucani e quelli delle regioni vicine. Un tassello fondamentale per cercare il recupero di questa ferrovia, fu messo in atto nel 2017, nella discussione parlamentare e successiva approvazione della legge 128 /2017, il presidente pro tempore del parco Domenico Totaro scrisse al ministero dei beni culturali e delle infrastrutture per l’inserimento nell’elenco delle ferrovie turistiche. La stessa legge ha previsto che successivamente possano essere inserite altre linee ferroviarie, cosa che verrebbe Ri-chiesta ai ministri attuali nel processo per l’attivazione del primo treno verde della Basilicata

“La Potenza-Laurenzana, una ferrovia costruita tra gli anni 20 e 30, un percorso tortuoso e difficile che partiva dal Capoluogo Potenza 850 slm, attraversava le montagne interne della Basilicata tra strette gole, ponti e numerose gallerie, alcune ancora in buono stato, raggiungendo la quota più alta di 1148 e la stazione di Monteforte di Abriola  con i suoi 1100 metri per poi discendere verso la stazione di  Anzi posta a valle del paese, oltrepassando il fiume Camastra, incontrando altri caselli e chiudere la corsa nella Stazione di Laurenzana a738 m., ultimo capolinea dopo aver percorso 42,6 km. Considerata una vera e propria ferrovia di montagna data l’altitudine di tutto rispetto dei paesi attraversati, offriva agli occhi del viaggiatore un percorso certamente accidentato ma ricco di notevoli spunti paesaggistici di cui si riescono a intravedere anche oggi i resti con uno sguardo attento, ed un piccolo sforzo di immaginazione anche un possibile treno o un convoglio storico con carrozze.”

Sul tracciato fagocitato dalla vegetazione e dall’incuria oggi riaffiorano le vecchie rotaie evidenziate dai ceppi chilometrici, i caselli desolate e mute sentinelle, abbandonati all’incuria.

Dapprima venne soppresso il collegamento Pignola – Laurenzana, poi nel 1980, anche a causa dei danni riportati del terremoto, venne definitivamente chiuso il tratto Potenza – Pignola. Nonostante sia chiusa da tantissimi anni, il sedime in alcuni tratti si conserva ancora in ottimo stato, tanto che parte di essa recentemente è stato oggetto di una importante riqualificazione come ciclovia pedonale utilizzando il tracciato originario e risistemando i vecchi caselli, nel tratto Pantano – Pignola.

Il viaggio che attraverso la Basilicata più interna sarebbe oggi da considerare un percorso esperienziale inedito, che condurrebbe alla scoperta degli itinerari della cultura, dell’arte, del gusto, dove la storia ha lasciato numerose e pregevoli tracce insieme a tradizioni artigianali ancora oggi praticate. Un tracciato spettacolare col proposito di unire i piccoli centri montani si tradurrebbe in una vacanza attiva ed emozionante. Ma non si tratta solo di semplici percorsi turistici, bensì di strumenti di valorizzazione del territorio, aperto a tutte le culture, a tutte le religioni, a tutte le persone di qualsiasi condizione sociale.

Proprio per questo tra le finalità ci sarebbe anche il recupero di luoghi ed ambiti degradati, il restauro del patrimonio storico-artistico e la salvaguardia dell’ambiente. Il tutto per una messa a sistema delle emergenze del territorio grazie anche alla sperimentazione di forme innovative di gestione di servizi “puntando sul turismo verde”

Il potenziamento della rete ferroviaria esistente e la realizzazione di nuove linee Alta Velocità e Alta Velocità/Alta Capacità lungo le principali direttici del meridione costituiscono un obiettivo primario per l’Italia, sia per rilanciare gli investimenti e la spesa pubblica nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, sia in un’ottica di raggiungimento degli obiettivi europei di riconversione ecologica e decarbonizzazione.

 

Carmen De Rosa

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