La convivenza tra attività petrolifera e turismo in Val d’Agri è storia vecchia ma sempre attuale specie in una nuova stagione estiva come quella attuale che, a detta degli operatori turistici del comprensorio, non riserva grandi soddisfazioni e positività per l’economia locale. Bisogna pertanto interrogarsi su cosa è possibile fare da parte di istituzioni (Regione, Apt, Ente Parco, Comuni) ed operatori, ciascuno per la sua parte, per attrarre presenze e visitatori in Val d’Agri che non si limitino alle tradizionali sagre di successo come quella di Sarconi. A sostenerlo è l’Associazione Bene Comune di Viggiano.
Le “sirene” alimentate dalle società petrolifere sulla possibilità di fare turismo a due passi da un Centro di produzione-raffineria e dai pozzi come avviene negli Emirati Arabi – afferma Vittorio Prinzi, presidente dell’Associazione di Viggiano – non aiutano a risolvere i tanti problemi esistenti e fungono solo a scopi di parte per tentare di recuperare credibilità tra le comunità valligiane. E’ inconfutabile che l’episodio dello sversamento di greggio dai serbatoi del Cova abbia influito non poco nell’allontanare, come conferma il Consorzio Turistico Alta Val d’Agri, i clienti più affezionati delle strutture ricettive, tra i quali i pugliesi e i laziali.
Puntare sull’informazione e la comunicazione del patrimonio naturalistico, come sta facendo il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri con la Mostra “A passi di Biodiversità” – aggiunge Prinzi – è senza dubbio importante per confutare un’immagine, dura a morire, della Val d’Agri uguale petrolio. E guai se si affermasse la tesi che la biodiversità è “materia di interesse di specialisti”. Mostrare l’immenso patrimonio naturalistico, ambientale e paesaggistico del territorio dell’Area protetta lucana, assolve principalmente all’obiettivo di promuovere e valorizzare il turismo ambientale e culturale che, nonostante il Parco abbia già un bel po’ di anni di vita, stenta ad affermarsi a differenza di quanto accade negli altri Pachi nazionali del Paese.
Per questo è indispensabile passare da manifestazioni ed iniziative sporadiche – prima della Mostra, ricordiamo “Fashion stellare: moda e sapori in Val d’Agri” – ad una programmazione che coinvolga tutti i soggetti in campo. Proprio dall’evento di Viggiano di metà giugno è emersa una proposta interessante che non va lasciata cadere: istituire presso l’Ente Parco una cabina di regia permanente al servizio del turismo della valle. C’è bisogno di un coordinamento efficace e di proposte progettuali innovative e creative in ordine agli itinerari culturali e di fede (Madonna di Viggiano e santuari dei paesi limitrofi), archeologici, enogastronomici riprendendo il “paniere dei prodotti della Val d’Agri”, perché – conclude Prinzi – il turismo con tutte le sue sfaccettature è l’ultima opportunità per le giovani generazioni a restare nei paesi di origine e in generale per dimostrare, nei fatti, la scelta del modello di sviluppo sostenibile da perseguire.