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Terziario Donna-Confcommercio: cresce allarme per contraffazione prodotti abbigliamento

I dati diffusi oggi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo confermano l’allarme che come Confcommercio abbiamo lanciato già da anni. E’ il commento di Incoronata Lucia, presidente di Terziario Donna-Confcommercio Imprese Italia Potenza riferendo che il sistema della contraffazione ha sottratto al sistema economico legale nazionale 5 miliardi e 280 milioni di entrate erariali (circa il 2% del totale delle entrate) e 105mila unita’ di lavoro nel 2016, un fenomeno – aggiunge – in crescita anche nel 2017.  Il settore piu’ interessato in Italia, si legge nella relazione conclusiva della Commissione, e’ quello dell’abbigliamento, per un 32,5% del totale delle merci contraffatte, con un valore della produzione di 2,2 miliardi di euro. A seguire: il comparto degli audiovisivi, per il 28,5% del totale (quasi 2 miliardi di euro di valore della produzione); beni informatici ed elettronici e prodotti alimentari, ciascuno dei due settori per un valore di un miliardo di euro. I sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza tra il 2012 e il 2016, pari a oltre un miliardo di pezzi, per il 63% del totale riguardano beni di consumo (439 milioni di unita’) e giocattoli (251 milioni di unita’), seguiti dagli articoli elettronici (22 per cento con il sequestro di oltre 245 milioni di pezzi) e dal settore moda (15 per cento con oltre 164 milioni di pezzi). Il Censis valuta che il fatturato della Contraffazione in Italia nel 2015 ammonti a 6,9 miliardi di euro, in crescita del 4,4% rispetto ai 6,5 miliardi di euro stimati per il 2012, con una perdita di gettito fiscale stimata in 5,7 miliardi di euro (di cui 1,7 miliardi per la produzione diretta e 4 miliardi per la perdita di gettito sulla produzione indotta in altri settori connessi) e oltre 100.000 posti di lavoro sottratti all’occupazione legale.

Secondo gli ultimi dati elaborati da Federmoda-Confcommercio,  in Basilicata – ricorda Incoronata Lucia  – il valore stimato della merce sequestrata negli ultimi cinque anni solo nel settore abbigliamento-calzature-accessori   è pari a 1,5-2 milioni di euro, per circa 200-250mila “capi” e oltre un migliaio di operazioni che hanno impegnato non solo la Gdf, tutti gli altri organi di Polizia compreso quella locale. Non è casuale – continua – che il dato dell’indagine Confcommercio- Gfk Eurisko sui fenomeni criminali in Basilicata, vede al primo posto tra i commercianti lucani la contraffazione con il 67% che considera in aumento il fenomeno, a fronte di un dato nazionale del 52%. Subito dopo c’è la presenza di venditori abusivi che rappresenta una delle più gravi problematiche di illegalità sul nostro territorio per il 46% dei nostri titolari di esercizi commerciali.  I dati su illegalità, contraffazione e abusivismo ci dicono che “un consumatore su quattro ha acquistato almeno una volta nel 2016 un prodotto o un servizio illegale: in particolare aumenta l’acquisto illegale di abbigliamento, calzature e pelletteria, mentre diminuisce quello di prodotti ritenuti più a rischio per la salute, come alimentari, cosmetici e profumi. Per il 70% dei consumatori l’acquisto di prodotti illegali o l’utilizzo di servizi irregolari è sostanzialmente legato a motivi di natura economica ed è piuttosto normale.

Quello della contraffazione – conclude Incoronata Lucia  –  è un danno enorme alle nostre imprese del dettaglio di abbigliamento, pelletterie e calzature. Una piaga sulla quale non dobbiamo mai abbassare la guardia, perché va ad erodere quote di fatturato alle aziende oneste e ad alimentare un mercato parallelo fatto anche di criminalità organizzata e lavoratori fuori da qualsiasi sistema di tutela e garanzia.

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