Società e Cultura

Shell-Unibas: Chiusa con successo la seconda edizione del concorso “The Royal Contest”

  • Primo classificato il progetto dei “Five Points”, che mira a recuperare la plastica e a trasformarla in materiale per l’efficienza edilizia; al secondo posto il progetto “Tree Green Power”, che si propone di riqualificare il verde urbano di Potenza in modo da riassorbire le emissioni di CO2 della città; terza piazza per il team “Schrodinger” e la loro innovativa idea di turismo in Basilicata.
  • Obiettivo del concorso: elaborare un progetto di sviluppo territoriale partendo da una ipotetica disponibilità di royalties petrolifere
  •  Più che positiva la risposta degli studenti: 50 iscritti e 13 progetti iniziali, 30 i ragazzi finalisti e 7 i progetti arrivati al traguardo
  • L’iniziativa segna una tappa ulteriore nel rapporto di collaborazione tra l’ateneo lucano e Shell

Impiegare una ipotetica disponibilità di 2 milioni di euro di royalties petrolifere per elaborare un progetto di sviluppo territoriale. Questa l’idea alla base della seconda edizione, dopo il successo del 2018, del  “The Royal Contest”, il concorso di idee promosso da Shell Italia E&P e realizzato in collaborazione con l’Università della Basilicata, di cui oggi si è svolta nel capoluogo lucano la cerimonia di premiazione. La Giuria, composta dal Presidente e Amministratore Delegato di Shell Italia, Marco Brun, dal direttore generale di Unibas, dott. Giuseppe Romaniello e dalla dottoressa  Elena Sacco, direttrice della scuola di comunicazione  dell’Istituto Europeo del Design di Milano, ha esaminato e v alutato 7 progetti finalisti (su 13 inziali) che hanno visti impegnati per tre mesi gli oltre trenta studenti universitari (erano 50 all’inizio) arrivati al traguardo.

Primo classificato è risultato il progetto dei “Five Points”, che mira a recuperare la plastica e a trasformarla in materiale per l’efficienza edilizia; al secondo posto il progetto “Tree Green Power”, che si propone di riqualificare il verde urbano di Potenza in modo da riassorbire le emissioni di CO2 della città; terza piazza per il team “Schrodinger” e la loro innovativa idea di turismo in Basilicata.

Quando l’anno scorso decidemmo di estendere anche al 2019 questo concorso – ha commentato l’ad di Shell Italia, Marco Brun – mai ci saremmo aspettati un successo analogo a quello del 2018. Invece siamo stati felicemente smentiti, anche quest’anno i ragazzi sono stati straordinari producendo lavori di assoluto valore. D’altra parte, non è un caso che una simile iniziativa sia stata pensata e voluta per i giovani, perchè nessuno meglio di loro è titolato ad immaginare il futuro, non solo quello personale, che è scontato, ma anche il futuro della loro terra. Quando si parla di giovani, soprattutto del Sud, si sentono spesso discorsi pieni di luoghi comuni; ma chi come noi ha il privilegio di vivere e lavorare a contatto con la realtà sa perfettamente che la realtà, appunto, è un’altra. Una realtà che dice di fantasia, ingegno, creatività, coraggio, rigore, lavoro, impegno. E potrei continuare a lungo. Siamo dunque ben contenti di poter continuare a lavorare con l’Università, luogo simbolo per eccellenza del sapere, per sviluppare idee e inziative in grado di accendere l’ingegno e la creatività di chi non si rassegna ma anzi immagina e progetta un futuro di crescita e sviluppo per la questa bellissima terra”.

Primo del suo genere nel settore dell’oil&gas in Italia, il concorso aveva l’obiettivo di stimolare l’immaginazione dei giovani per trasformare una risorsa naturale (nella fattispecie, gli idrocarburi) in una leva di sviluppo territoriale mediante l’elaborazione di un progetto specifico. Tre gli ambiti tematici tra cui scegliere – (1) Energia e Ambiente, (2) Infrastrutture, turismo e mobilità, (3) Sviluppo sociale  – con un unico vincolo: i progetti dovevano rispondere all’obiettivo di favorire lo sviluppo territoriale. Come nel 2018, anche quest’anno la risposta degli studenti è stata più che positiva: dopo un duro lavoro che li ha visti impegnati per più di 3 mesi nel corso delle quali i ragazzi sono stati accompagnati dai manager di Shell, dai professori di Unibas e da esperti di settore con momenti formativi su tematiche specifiche (ad es., come si redige un budget, come presentare un progetto in pubblico, come trasformare un’idea in una soluzione innovativa, ecc.), i 7 team finalisti hanno prodotto elaborati di assoluto valore.

Oltre ai progetti premiati, i restanti lavori finalisti spaziano dalla risoluzione di problematiche ambientali legate alla raccolta dei rifiuti, a nuovi itinerari turistico-storici, alla riqualificazione di un intero quartiere della città di Potenza e all’utilizzo di gas naturale per sostenere il fabbisogno energetico di quattro ospedali della regione.

Quanto ai criteri di valutazione, la griglia a disposizione della Giuria prevedeva 5 indicatori, ciascuno con lo stesso peso percentuale, rispetto ai quali i giurati hanno espresso un voto da 1 a 5 per ognuno di essi: la forza e originalità dell’idea, la profondità dell’analisi, la fattibilità del progetto, la sua applicazione digitale (novità dell’edizione 2019) e infine la sua esposizione.

I progetti classificati al terzo e secondo posto potranno usufruire di esperienze formative, con l’auspicio che possano contrbuire ad arricchire il bagaglio culturale degli studenti: una visita allo stabilimento “Ducati” di Modena e un week end a Roma per visitare l’annuale Maker Faire. Al primo classificato, una borsa di studio di cinquemila euro per trasformare la propria idea in progetto esecutivo.

“Realizzare contest di questo tipo all’interno di Unibas – ha commentato il direttore generale Giuseppe Romaniello – significa valorizzare la progettualità, la passione e la competenza degli studenti e dei ricercatori che vivono in questo ateneo. Oggi abbiamo avuto chiara la consapevolezza che il futuro della Basilicata poggia su basi solide di creatività e di partecipazione.”

“Sono molto felice di questo coinvolgimento in un progetto che tende la mano al territorio ed alle nuove generazioni, ha commentato la direttrice scuola comunicazione dello IED, Elena Sacco. Oltretutto essere parte di una giuria che valuta concretamente, anche in base alla fattibilità, progetti realizzati da studenti rappresenta sempre il mio elemento naturale in quanto IED forma soprattutto attraverso processi reali e progetti reali; come giurato ho valutato prima gli aspetti di pensiero creativo e la fattibilità completando il giudizio con la capacità espositiva.”

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