Impaurita e preoccupata voleva chiudere la questione quanto prima per evitare altri problemi al figlio e così ha consegnato i soldi, 6 mila euro, a quell’uomo che, dopo essersi presentato a telefono come avvocato del figlio, l’aveva raggiunta in casa. L’uomo, un 35enne di Napoli, non aveva fatto i conti con i carabinieri della Compagnia di Senise, (diretti dal capitano Marco di Iesu) che, dopo un mese di certosine indagini, lo hanno smascherato e denunciato con l’accusa di truffa aggravata. Da tempo, i carabinieri sono impegnati con servizi ad hoc per contrastare questo odioso fenomeno (la truffa del falso avvocato), e attraverso una massiccia attività di informazione, mettendo in guardia gli anziani che sono le vittime più vulnerabili. La telefonata del finto avvocato è arrivata al telefono fisso di una settantenne di Sant’Arcangelo, che vive da sola, alla fine dello scorso mese di settembre. Il truffatore riferisce di essere l’avvocato del figlio che, poco prima, si era reso responsabile di un incidente stradale nel quale era rimasto vittima un motociclista, e che la sua auto era sprovvista di assicurazione, motivo per cui era stato trattenuto in una caserma delle forze dell’ordine con il rischio di essere arrestato. Il finto legale ha poi riferito all’anziana che per evitare che il figlio finisse in carcere, doveva consegnare quanto prima 6.000 euro. «Serve un piccolo anticipo -avrebbe detto l’uomo all’anziana – non si preoccupi, al momento lo stanno trattenendo per l’incidente ma tutto è risolvibile. Signora, vado io e sistemo tutto».
Il truffatore senza scrupoli, facendo gioco sul forte stato di agitazione generato nell’anziana, ha rincarato la dose, convincendola ad incontrarlo per consegnargli il denaro. Poco dopo, il 35enne si è presentato alla porta di casa della vittima per riscuotere la somma pattuita e per rendere la cosa ancora più credibile avrebbe anche simulato una telefonata in caserma. Raggranellato il bottino, l’uomo è corso via, allontanandosi rapidamente. Pochi minuti dopo essere rimasta sola alla donna è venuto il sospetto. Ha telefonato al figlio sul cellulare e ha scoperto la truffa. La settantenne, rincuorata del fatto che il figlio non aveva avuto alcun incidente e che godeva di ottima salute, chiama i carabinieri raccontando l’accaduto. I militari della stazione di Sant’Arcangelo, diretti dal maresciallo Paolo Fago, dopo una capillare attività d’indagine, sono arrivati al 35enne scoprendo che era anche già stato segnalato per casi precedenti. Non si esclude che l’uomo possa aver agito in altre aree lucane.
FONTE. PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO