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Riceverà il software per poter scrivere. Vincenzo di Tramutola, malato di Sla, ha vinto la sua battaglia


«Ho solo vinto una battaglia, non la guerra. Aspetto che arrivi quanto da me richiesto e, ovviamente, anche che qualcuno sappia darmi le giuste istruzioni».
A parlare è Vincenzo Petrocelli, ex dipendente Enel ora in pensione, affetto da Sla. Il pensionato di Tramutola aveva chiesto a luglio un software per poter scrivere, avendo gli arti superiori immobilizzati: dopo cinque mesi di vana attesa e di solleciti, Petrocelli ha finalmente ricevuto dall’Azienda Sanitaria di Potenza la comunicazione scritta con la quale «mi hanno informato che la richiesta è stata accettata. Naturalmente, non conosciamo i tempi di consegna dello strumento da me richiesto: spero solo che non mi facciano attendere di nuovo troppo.

Se sono contento? Sì, lo sono, ma non mi illudo: come detto, attendo la consegna prima di considerare vinta questa guerra che, è bene sottolinearlo, non sto conducendo solo per me, ma per tutti i malati che, troppo spesso, in questa regione, non vengono supportati tempestivamente come dovrebbero».

Petrocelli ha anche aggiunto che «quello del software che mi consentirà di scrivere è solo uno dei tanti problemi che, purtroppo, la burocrazia non riesce a risolvere. Tanto per fare un esempio, sono 2 anni che attendo di essere sottoposto a visita cardiologica, avendo subito anni fa un intervento per la sostituzione di una valvola».

A proposito di burocrazia, Petrocelli, stante il silenzio dell’Asp, poco più di un mese fa aveva chiesto ai media di rendere nota la sua situazione, denunciando l’inerzia della pubblica amministrazione. Che non aveva neanche risposto per iscritto alle sue richieste. La scrittura è sempre stata la sua grande passione: Petrocelli ha scritto numerosi libri sulla sua terra, per la quale ha investito in ricerca e divulgazione, ed ha anche un suo blog. Ma, nella situazione in cui la malattia l’ha costretto, non può più praticare la sua passione, utile anche per evadere mentalmente dalla sua casa.

«Devo dire – ha aggiunto sua moglie, Rita Simonetti – che il clamore mediatico ha sortito gli effetti, non solo per questa risposta scritta, ma anche perché abbiamo ricevuto supporto concreto da tante associazioni. L’ultima in ordine di tempo è arrivata da Rita Bianco, presidente dell’associazione Con Cuore Impavido, che ha interessato una ditta di Roma per offrirci questo comunicatore e che ringraziamo pubblicamente, così come tutti coloro che si sono interessati.

Che dire? Abbiamo dovuto per davvero combattere una battaglia mai vista. Spero solo – ha concluso Simonetti – che i tempi di consegna del software non siano biblici».

 

Piero Molla, Gazzetta del Mezzogiorno

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