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Realizzazione impianto di recupero rifiuti a Latronico, comitato si oppone alla realizzazione


Sorgerebbe su due lotti di 4mila metri quadrati e smaltirebbe circa 24mila tonnellate all’an – no di plastica, carta, vetro e ferro, a cui si aggiungerebbe anche una quota di rifiuti speciali. E’ stato già depositato in Regione il progetto per la realizzazione di un impianto di recupero rifiuti a Latronico che dovrebbe essere costruito nell’area artigianale (località Mulini), a servizio di una ventina di comuni del Lagonegrese. Il costo si aggira intorno al milione e mezzo di euro. Gli abitanti, specialmente quelli della frazione di Agromonte, con cui l’impianto quasi confina, sono molto preoccupati e invitano la Regione a trovare altre soluzioni. «Sappiamo cosa succede , odori per chi vive accanto », è la critica del comitato che si oppone alla realizzazione dell’impianto. «Il sindaco- sottolineano i rappresentanti del comitato che hanno tenuto anche un presidio di protesta -si riempie la bocca della parola benessere, ma poi da il via libera ad un impianto di rifiuti in un’area ad alta valenza paesaggistica e naturalistici ». La protesta del comitato proprio accanto all’area sulla quale la società Ageco dovrebbe realizzare l’impianto.

E’ stato violato il vincolo fluviale, accusa il comitato, la struttura è troppo vicina al fiume Sinni ma anche alla frazione di Agromonte, e a soli due chilometri e mezzo dalle terme. «La distanza dei 150 metri, fissata dalla legge Galasso, dalla riva del fiume non è stata rispettata perché andava calcolata non dalla sponda del corso d’acqua ma bensì dal più vicino terrapieno- spiega Biagio Costanzo presidente del comitato -. Contrari allo stesso impianto altri comuni della valle che, a suo tempo, hanno negato l’autorizzazione. Latronico invece no. Ad oggi non si sa se la struttura sarà solo per il recupero dei rifiuti differenziati oppure tratterà anche altri tipi di scarti, dal momento che è previsto lo stoccaggio temporaneo di ben 13 tipologie di rifiuti speciali, tra cui acidi, solventi, batterie, medicinali e quant’altro. Ma il problema è anche un altro – conclude Costanzo – c’è il rischio che gli altri lotti dell’area artigianale non vengano venduti». Tra gli oppositori c’è anche Maurizio Bolognetti: «In linea di massima non sono contrario a questo tipo di impianti – precisa il leader dei Radicali lucani- ma mi chiedo se siano stati rispettati i regolamenti urbanistici del Comune e se il sito prescelto sia idoneo oppure no.

A mio avviso, inoltre, la struttura nasce sovradimensionato e poi c’è la questione che può produrre Cdr, vale a dire combustibile da rifiuti». Il sindaco Fausto de Maria replica così alle accuse: «Chi è contro questo impianto è contro l’ambiente. Come ho già spiegato più di una volta, è una struttura che separa e recupera i rifiuti differenziati, per questo è compatibile con il nostro progetto di città del benessere. La Regione ha respinto tutte le osservazioni del comitato perché non hanno nessuna valenza scientifica. La questione è stata oggetto di campagna elettorale e quindi la gente si è già espressa altrimenti non ci avrebbero votato. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a rifiuti zero».

FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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