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Progetto Eni Rewind: le acque di produzione trattate finiscono poi nel depuratore ASI?


Con oltre 13 giorni di ritardo il Dipartimento Ambiente ha pubblicato il giorno 29 novembre, sul sito istituzionale della Regione Basilicata, il verbale della Conferenza di Servizi che si è svolta il giorno 15 c.m (fonte http://valutazioneambientale.regione.basilicata.it/valutazioneambie/files/docs/13/29/71/DOCUMENT_FILE_132971.pdf).

Dalla lettura del verbale emergono, nonostante l’indiscutibile non contestualità della sua pubblicazione, alcuni importanti aspetti.

Primo fra tutti è l’assenza dell’Azienda Sanitaria di Potenza che, benché ripetutamente invitata, non compare.

Eppure la sua partecipazione, riteniamo, fosse non solo importante ma addirittura indispensabile e proprio alla luce di quanto sempre sostenuto da Mediterraneo no triv che, in tutti questi anni, si è sempre interrogata sugli impatti, seppur potenziali, che questo progetto di trattamento delle acque di produzione può avere sulla salute dei cittadini.

Altro aspetto di rilievo sono le risposte date da Eni Dime, nella persona della dott. Giusy Gioia alla questione della radioattività delle acque di strato di di processo del Cova e come sollevate da Mediterraneo no triv, risposte che, in quella sede, rinviano sostanzialmente alla relazione tecnica già depositata e per questo motivo, non appaiono essere soddisfacenti.

C’è da segnalare, tra i documenti allegati, la lettera del Comune di Viggiano datata 26.10.2022 prot. G 00117549/2022. Con questa lettera che entra, di fatto, ufficialmente tra le carte del procedimento amministrativo si afferma, testualmente, quanto segue: “In riferimento al Riscontro alle richieste della CdS del 27.7.2022 prodotte da Eni Rewind al prot.n. 14821/2022 ed in particolare in merito a quanto riportato al p.to 2.5.2. come risposta al quesito prodotto dal Comune di Viggiano, sulla necessità/volontà del circuito chiuso delle acque trattate di ritorno al Cova, è chiaro ed evidente che le stesse dopo il trattamento di depurazione ed il riutilizzo come acque demi e industriali, all’interno del Cova, hanno come recapito finale lo scarico al depuratore ASI.  Al riguardo non rispettando il circuito chiuso richiesto dal Comune di Viggiano, si chiede a tutti gli uffici in indirizzo, competenti in materia, se tale scarico finale possa comportare danni alla salute umana o all’ambiente di qualsiasi genere o natura, anche a lunga termine”.

Certamente la domanda può trovare utile risposta solo dall’Asp che quindi, deve chiarire e con un suo specifico pronunciamento questo aspetto.

Le dichiarazioni concretizzate dal Comune di Viggiano evidenziano anche un altro aspetto, ossia, che il circuito della acque di produzione e dopo il trattamento, non è assolutamente chiuso e che le stesse saranno destinate ad avere come recapito finale, il depuratore ASI.

Questo è quanto ha sempre eccepito, in tutti questi anni, Mediterraneo no triv trovando sempre una ferma opposizione da parte di Eni.

Ora, quindi, a sostenere che il ciclo delle acque di produzione una volta depurate non è chiuso, non sono solo i cittadini e Mediterraneo no triv ma anche l’amministrazione comunale di Viggiano direttamente interessata, in caso di autorizzazione, alla collocazione dell’impianto in C.da Le Vigne.

Intanto l’ufficio dispone l’ennesimo rinvio, con buona pace della prassi che indicava, al mese di novembre 2019, il termine ultimo per la conclusione del procedimento.

Le associazioni, comunque, attendono ancora di essere ricevuti dall’Assessore all’ambiente Cosimo Latronico che a mezzo stampa si dice disponibile a incontrarci salvo poi glissare.

Chissà perché.

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