Sono cinque gli interventi, su 57 in totale, finanziati in Basilicata compresi nel Primo Piano Stralcio Invasi pubblicato in Gazzetta Ufficiale (26 giugno) settore idrico “Sezione invasi” con il quale sono stati stanziati 260 Meuro, di cui 16 milioni di euro pari al 6% delle risorse assegnate alla nostra Regione.
Gli interventi destinati a realizzare opere strategiche e di grande importanza sono: Schema Idrico Ofanto – intervento adduttore alto Ofanto (Eipli) 4,5 milioni; Potenziamento ed ottimizzazione opere alimentazione alternativa dello schema Vulture servito da Acquedotto Sele-Calore (Acquedotto Lucano) 4 milioni; Schema Basento-Bradano manutenzione straordinaria adduttore Acerenza-Genzano (Eipli) 2,5 milioni; Potenziamento Acquedotto Frida con collegamento Città di Matera – solo progettazione – (Acquedotto Lucano) 3,5 milioni; Risanamento strutturale e ripristino tenuta idraulica vari tratti Canale principale Acquedotto Sele – solo progettazione – (Acquedotto Pugliese) 1,5 milioni.
Nel darne notizia l’Ufficio di Presidenza della Cia-Agricoltori di Potenza e Matera evidenzia l’esigenza di riproporre al governo centrale nell’ambito degli ulteriori riparti del Piano Nazionale degli invasi l’articolato sistema dei 7 invasi presenti in Basilicata e del relativo sistema che adduzione e sbarramenti che fanno della nostra Regione una delle realtà più infrastrutturate e meglio attrezzate in materia di accumuli e relativa distribuzione, con circa 800 milioni di mc mediamente raccolti destinati agli usi plurimi a partire dal potabile a quello irriguo che potenzialmente può servire oltre 70.000 ha di superfice agricola.
La Cia sottolinea inoltre l’importanza di tali finanziamenti e auspica che con gli ulteriori riparti si tenga conta delle esigenza dei grandi invasi lucani e si proceda a finanziarne le opere necessarie per il loro efficientamento, per l’ adeguamento infrastrutturale e funzionale. Cosi come è doveroso rimarcare non potendo più tollerare ulteriori dilazioni temporali di procedere con tempestività alla cantierizzazione degli interventi sulla diga del Rendina inutilizzabile da oltre un decennio sia quella di Marsiconuovo, due infrastrutture che richiedono interventi di risanamento strutturale e per i quali sembra che vi siano le relative coperture finanziarie e che per le loro caratteristiche e per il loro posizionamento sono destinate a generare vantaggi competitivi di straordinaria portata, oltre a rilevanti ricadute sia sul versante dei costi dei servizi irrigui sia sul versante della lievitazione dei livelli di produttività, a partire dalla oggettiva possibilità di asservire con sistemi di distribuzione a caduta gli areali sottostanti quali quelli del Lavellese e quelli dell’alta valle dell’agri.
Obiettivo centrale è salvare l’agricoltura dai cambiamenti climatici con nuove strategie di irrigazione attraverso strumenti che aiutino i consorzi a quantificare la carenza o l’eccedenza di acqua irrigua e, quindi, a valutare gli investimenti in nuove infrastrutture, oltre al potenziamento e all’adeguamento di tecnologie e pratiche. Bisogna migliorare la gestione della risorsa essenziale per l’agricoltura in ogni ambito. Lo sforzo deve essere esercitato in cooperazione tra tutti i gestori e gli utilizzatori delle nostre acque. Il ruolo degli agricoltori custodi dei beni comuni acqua, aria, terra e paesaggio è fondamentale e in continua evoluzione.