Dal 5 al 7 ottobre e il 21 e 22 ottobre si terrà a Montemurro la seconda edizione del Premio Appennino – Fest 2030 al quale prenderanno direttamente parte per ritirare il riconoscimento Stefano Bonaccini, Ferruccio De Bortoli, Andrea Vitali, Sabrina Giannini e Enrico Giovannini.
Una seconda edizione che premia le esperienze e le competenze, le energie e le passioni che possono essere messe insieme per una riscossa civica in grado di unire il Paese e rilanciarlo, non solo da Nord a Sud ma anche connetterne in maniera funzionale i centri e le periferie, le aree forti e i territori deboli, le zone costiere con le aree interne.
La dorsale appenninica è anche la colonna vertebrale dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, l’asse su cui l’Europa e il Mediterraneo devono ritrovare uno spazio culturale, politico ed economico.
La Regione Emilia Romagna è dentro questo crocevia, al tempo stesso locomotiva economica del Paese e guida di politiche pubbliche di riequilibrio verso le aree interne ed appenniniche in materia di scuola, sanità e trasporti; Stefano Bonaccini, al secondo mandato di Presidente è senza dubbio un protagonista di queste scelte che sono parte di una riscossa civica il cui alimento principale per Ferruccio De Bortoli è la cittadinanza attiva. Il giornalista che si definisce un “ottimista informato” in quanto individua – anche se andrebbe alimentato e sostenuto – nel cuore delle comunità, delle città e dei paesi lo spirito della ricostruzione del dopoguerra.
Sabato 7 ottobre a Montemurro Stefano Bonaccini e Ferruccio De Bortoli ritireranno il Premio Appennino e daranno vita ad un confronto coordinato dalla giornalista Daniela Tagliafico che per sette anni ha diretto RAI Quirinale rappresentando quindi una testimone privilegiata della personalità e dell’attività del Presidente emerito Giorgio Napolitano. L’evento sarà preceduto dall’avvio di una nuova sezione del Premio dal titolo “Radici in Appennino” con il riconoscimento alla memoria per “Il paese è paese d’inverno” alla pittrice-scrittrice Maria Padula.
La rappresentazione dei luoghi, in particolare con le parole, è la motivazione che sabato 21 ottobre, secondo week end del Premio, riconosce allo scrittore Andrea Vitali – anche nell’ultimo romanzo “Cosa è mai una firmetta” (Garzanti) – la grande narrazione dell’Italia vera che l’ha portato a scegliere la scrittura lasciando il camice da medico, un po’ come Leonardo Sinisgalli che preferì la poesia ai “neutroni lenti”. In questa Italia dei luoghi c’è lo sguardo della telecamera, dell’approfondimento e dell’inchiesta di Sabrina Giannini, per anni autrice ed inviata di Report ed oggi ideatrice e conduttrice del programma di RAI 3 “Indovina chi viene a cena”, che mette al centro i temi del cibo, dell’agricoltura, del valore della terra e dell’acqua. Un valore sempre più necessario per garantire il futuro alle nuove generazioni e che trova nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile una guida urgente e necessaria. Per questo sabato 21 ottobre, insieme a Vitali e Giannini, sarà premiato Enrico Giovannini, già Ministro nei governi di Letta e Draghi, cofondatore ed oggi direttore scientifico dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
In questa visione rientrano motivazioni e scelte che hanno portato all’assegnazione del Premio Appennino da parte del comitato scientifico composto da Raffaele Nigro, Giuseppe Lupo, Gianni e Piero Lacorazza.
Il Premio Appennino, ideato da Fondazione Appennino e realizzato con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Montemurro, occuperà due week end di ottobre e sarà contornato da iniziative, eventi musicali nell’ambito del Festival Appennino Mediterraneo F.A.Me., avvio di nuovi progetti turistici, incontri con scuole e comunità e promozione dell’identità enogastronomica dell’Appennino.