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Petrolio in Basilicata. Sulle parole del Ministro Di Maio è scontro tra il M5S e il PD e centrodestra


“I partiti di centrosinistra e di centrodestra che per oltre 20 anni hanno consentito e sono stati complici delle devastazioni fatte in Basilicata dalle multinazionali del petrolio, stanno dicendo un sacco di falsità e sciocchezze su quanto ha dichiarato il vice premier Luigi Di Maio durante la sua visita a Potenza di domenica scorsa” parole del candidato Presidente Regione Basilicata del M5S Antonio Mattia.

“Sulla questione petrolio è necessario fare chiarezza. Più volte il Consiglio regionale si è espresso ponendo un limite alle estrazioni e ai pozzi  rispetto a quanto già autorizzato. Lo stesso Parlamento si è dichiarato su tali limiti con un ordine del giorno approvato dalla Camera. Uguali norme e prese di posizioni rigorosissime vi sono state a favore della tutela della salute e del rigoroso rispetto delle norme ambientali”. E’ quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero a commento di quanto dichiarato dal Vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali,  Luigi Di Maio, durante la visita in Basilicata. “Pertanto – continua Santarsiero – è naturale porsi la domanda se il Ministro, ben oltre le dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale, è per il rispetto degli accordi già definiti e per le autorizzazioni già date o se, addirittura, è disposto ad andare oltre, anche perché su tale tema come sopra detto Parlamento e Regione hanno approvato atti per nessuna altro barile in più”.

“Ieri Di Maio ha come al solito smentito se stesso e le battaglie no-triv del Movimento 5 Stelle, asserendo che: ‘non verranno più concessi permessi alle compagnie petrolifere fin quando i soldi (immagino si riferisse alle royalties) non siano tutti dei lucani’. Ora, non mi meraviglia che il grande ‘statista’ grillino, difettando dei fondamentali in geografia, possa non aver approfondito questioni più complesse come quella petrolifera, ma almeno poteva farsi illuminare, prima di arrivare a Potenza e dire castronerie, dal suo deputato ed ex consulente Eni, Gianluca Rospi su tutta la vicenda petrolio. Ma forse alla verità, ai fatti, come accade da oltre tremila anni, si preferisce la demagogia. Avrebbe scoperto, se fosse in buona fede ed intellettualmente onesto, che  il Governo regionale della Basilicata sfidando le multinazionali non ha autorizzato l’estrazione di un barile in più né alcuna perforazione ulteriore, esattamente come garantito nel programma di questa legislatura. Le promesse di Di Maio quindi, non solo sono già vecchie rispetto a quanto non detto ma fatto, ma presentano grandi incoerenze: da ‘no triv’ a dialoganti fino all’ipotesi di altre perforazioni e nuovi pozzi legate a benefici economici. Insomma, un po’ come una seconda Ilva in salsa lucana”. Così il segretario regionale del Partito democratico, Mario Polese il giorno dopo la visita in Basilicata del vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.

“Complimenti a Di Maio per lo show di ieri a Potenza: soldi del petrolio ai Lucani. È proprio quello che abbiamo sempre sostenuto. È proprio quello che i 5stelle ci hanno sempre contestato”. Lo afferma il consigliere Gianni Rosa (Lb-Fdi) che aggiunge: “Gli elettori dei 5stelle saranno rimasti delusi. Lo stop al petrolio millantato in questi anni dai grillini si è infranto in un miserevole dietrofront. ‘Chiusura dei pozzi già attivi per i quali sia dimostrato l’inquinamento della catena alimentare umana attraverso l’acqua, l’aria e il suolo/sottosuolo’ recitava il programma dei 5 stelle per le elezioni 2013. Visto che lo stop al petrolio non lo chiedono più significa che l’Eni non ha inquinato?”. “In una serata Di Maio ha ridicolizzato tutta la politica che i suoi rappresentanti hanno fatto sul territorio, tradito le aspettative del suo elettorato e confermato che tutta la politica dei 5stelle sono solo slogan – prosegue Rosa -. Forse la sbornia da folla non ha fatto rendere conto ai più che non solo Di Maio è favorevole alle estrazioni già esistenti ma addirittura vuole andare oltre i 150.000 barili che per noi è un limite non negoziabile”. “Di Maio – afferma Rosa – è proprio come Pittella dal quale ci vuole liberare. A parole, ma nei fatti la politica dei grillini è la stessa del Pd: assistenzialismo e sfruttamento del petrolio. Il vice Premier grillino ha preso il nostro programma e l’ha parzialmente copiato e ciò non può che farci piacere. Ma non ha capito che in Basilicata, oltre i patti già stabiliti, non si va. Che sia Di Maio o Pittella a chiederlo”.

 

Prosegue il comunicato stampa del Candidato M5S Mattia:

“Sul tema trivelle, Di Maio è stato chiaro e netto e ci sono le registrazioni audio a confermarlo: “..ve lo dico da ministro dello Sviluppo – ha detto durante il comizio a Potenza -, io non sono più disposto a firmare autorizzazioni per la Basilicata finchè i soldi andranno fuori e si negherà la salute ai cittadini lucani. Sono anni – ha aggiunto – che il popolo di questa regione è stato tradito perché si è estratto il petrolio e lo si portava fuori con tutti i proventi e si lasciava morire la gente di tumori o di malattie, e io non firmo più niente su questo e non firmerò più niente… La Basilicata non sarà più una colonia delle multinazionali…”.

Parole e impegni precisi e autorevoli assunti da un ministro vice premier  a capo della più grande forza politica italiana. Di Maio, con grande senso responsabilità, non ha fatto proclami propagandistici per raccogliere qualche applauso in più e poi andare a Roma e lasciare tutto come prima.

Quindi, non ci sarà nessuna nuova autorizzazione petrolifera e gli interessi dei lucani, dell’ambiente e della salute, saranno messi in primo piano rispetto a quelli delle multinazionali del petrolio.

Non va dimenticato che Di Maio si è insediato al governo quattro mesi fa e ha trovato accordi e contratti blindati e scellerati con Eni, Total e Shell, firmati dai governi del Pd, da Berlusconi e Giorgia Meloni ministro, amica di Gianni Rosa, da Bubbico, De Filippo e Pittella. Tutti d’accordo nello svendere la Basilicata e consentire affari, appalti e la gestione di fiumi di soldi del petrolio, diretti e indiretti, sulla pelle dei cittadini lucani. Oltre 20 anni di commistioni e complicità in cui il M5S non esisteva, ma esistevano tutti i partiti che oggi strumentalizzano e falsificano le dichiarazioni di Di Maio.

Secondo questi soggetti, Di Maio doveva dimostrare che, con un colpo di bacchetta magica, era in grado di poter annullare da un giorno all’altro decenni di devastazioni e distruzioni autorizzate e volute dalla vecchia politica. Se fosse stato possibile, il M5S lo avrebbe fatto, ma purtroppo non è semplice e immediato per colpa di decenni di malgoverno e scelte affaristiche e di potere.

Chiunque ha un po’ di buon senso, sa che prima bisogna capire cosa è stato sottoscritto da chi ci ha svenduto. Bisogna analizzare i documenti sottoscritti e condivisi dai governi di centrodestra e centrosinistra e dalla Regione Basilicata con le multinazionali.

La Val d’Agri e l’area di Tempa Rossa sono state aggredite da decine di impianti petroliferi costati miliardi di euro. Se le multinazionali hanno speso questi soldi è perchè sono state coperte dalle lobby e dalle istituzioni lucane e nazionali degli ultimi 25 anni. Ora, con Di Maio e il M5S queste situazioni verranno affrontate e combattute in tutti i modi.

Però, per il momento, così come Di Maio ha detto, il M5S opererà per  garantire due primi grandi risultati: il blocco di nuove autorizzazioni e, fino a quando la Basilicata sarà costretta a sopportare le trivellazioni, che i proventi del petrolio vengano utilizzati per la tutela dell’ambiente e della salute, per le bonifiche e per la riconversione produttiva dei territori lucani, e non per finire nelle tasche degli affaristi.

Non è accettabile, che la Basilicata, oltre a subire lo scempio delle estrazioni, debba anche continuare a consentire che le royalties alimentino lo squallido sistema di potere della vecchia politica.

Pertanto, non si affannino a dire fandonie il segretario regionale del Pd portavoce dei Pittella Mario Polese, o l’ex o ancora componente e amico del centrodestra lucano Gianni Rosa di Giorgia Meloni, e i tanti altri mistificatori palesi e occulti. Con il M5S al governo della Regione Basilicata e con Luigi Di Maio al governo nazionale si farà chiarezza su tutto. Chi ha responsabilità per lo scempio ambientale che è stato consentito nelle aree delle trivelle, dovrà darne conto a tutti i livelli, a partire da quello che dimostreranno le inchieste e i processi in corso della magistratura lucana.

Chi vuole strumentalizzare o creare confusione sappia che avrà contro il M5S e i cittadini.

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