Petrolio in Val d'Agri e Valle del SauroPrimo Piano

Pertusillo, si riaffaccia il sospetto della presenza di petrolio nell’acqua


di Pino Perciante

La diga del Pertusillo torna all’attenzione, dopo le recenti rassicurazioni sulla qualità dell’acqua e sul fenomeno cromatico (colorazione rossastra) a causa delle presenza eccessiva di alghe. L’invaso, lo ricordiamo, fornisce acqua potabile a diversi Comuni lucani e pugliesi ed è uno dei tasselli più importanti del mosaico idrico di Basilicata.

Proprio sulla scia delle polemiche legate al presunto inquinamento dell’invaso, si susseguono rilievi ed esami, con l’obiettivo di tenere sotto costante controllo la diga che è a un tiro di schioppo dal centro olio di Viggiano (Potenza), il cuore pulsante del petrolio lucano. Una vicinanza che alimenta il sospetto di possibili tracce di petrolio al suo interno. La presenza di idrocarburi fino a due mesi fa era stata totalmente esclusa dai vari monitoraggi dell’Arpab (Agenzia regionale per la protezione ambientale). Ma proprio l’Arpab, ribadendo di non aver scovato petrolio nelle acque, ammette che ci sono tracce nei sedimenti in vari punti campionati, anche se precisa che si tratta di valori in ribasso rispetto alle precedenti campagne di analisi. E che non c’è un limite indicato nella normativa. Tracce di petrolio sono state trovate anche da un laboratorio privato di Reggio Calabria, incaricato di monitorare il Pertusillo per conto dell’associazione «Liberiamo la Basilicata».

Non solo nei sedimenti ma anche nell’acqua. Proprio ieri sono arrivati i risultati degli ennesimi rilievi: la quantità di idrocarburi totali registrata dal laboratorio è di 0,900 milligrammi litro rispetto ad un limite di 0,05. Tuttavia non sono solo gli idrocarburi a minacciare le acque del lago, ma anche pesticidi, metalli pesanti (con particolare riferimento a boro, alluminio, ferro, vanadio e zinco) antiparassitari, fitofarmaci, composti organoalogenati (solventi clorurati) e chi più ne ha più ne metta. Nel Pertusillo, insomma, galleggia quel cocktail d’inquinanti che ormai, a forza di ricerche che danno gli stessi risultati, stiamo finendo per trovare «abituale».

E anche se la maggior parte degli inquinanti non superano i limiti fissati dalla legge «la loro sommatoria – spiega Giuseppe Di Bello, ex tenente della Polizia provinciale di Potenza, impegnato da anni sul fronte ambientalista – fa bioaccumulo, come si dice in gergo tecnico, contribuendo a danneggiare la qualità delle acque. Tanto è vero che il laboratorio le inserisce nell’ultima categoria, la terza, vale a dire l’acqua per essere bevibile ha bisogno di trattamenti particolari». Il campione dove il valore di idrocarburi totali ha superato la soglia è stato prelevato il 22 maggio in località Madonna Grumentina. Ma l’emergenza inquinamento riguarda anche il fiume Agri dove la quantità di idrocarburi totali registrata dal laboratorio è di 1, 310 milligrammi litro. E nelle acque di falda si sono riscontrati diversi superamenti dei limiti vigenti relativi a solfati, cloruri, metalli pesanti (con particolare riferimento al boro) e pesticidi.

FONTE: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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