La confusa gestione della Regione Basilicata per la riapertura del Cova di Viggiano continua a suscitare preoccupazioni, dubbi e ombre.
La conferma arriva da vari episodi verificatisi negli ultimi giorni.
Il primo, riguarda la forte convinzione che l’Eni sia stata autorizzata a riaprire il Cova nonostante non abbia rispettato un punto importante delle prescrizioni che doveva ottemperare.
Il secondo, riguarda la notizia che l’Arpab, l’agenzia ambientale che dovrebbe controllare l’Eni, ha dichiarato lo stato di emergenza per carenza di personale.
Rispetto al primo punto, segnalato dell’associazione Scanziamo le Scorie, è emerso che l’Eni non ha rispettato la prescrizione numero 3 indicata a pagina 13 della relazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La parte non ottemperata riguarda il passaggio dove viene chiesto all’Eni di descrivere lo scenario dell’impatto provocato all’ambiente dallo sversamento di greggio. L’Eni, invece di descrivere lo scenario, dichiara che l’entità dell’impatto provocato è ancora in fase di valutazione (infatti è noto a tutti che le operazioni di emungimento delle tonnellate di petrolio finite nei terreni al di fuori del Cova, non sono ancora terminate).
Quindi, è alquanto evidente che senza il rispetto di questa prescrizione, l’Ispra e la Regione Basilicata non avrebbero dovuto autorizzare il riavvio dell’impianto se prima non erano in possesso della descrizione dettagliata dell’impatto e dei danni prodotti al territorio dopo la fuoriuscita di petrolio dai serbatoi del Cova.
Andiamo ora sul tema Arpab. Su questo, la situazione è veramente paradossale se si pensa che la struttura più importante per effettuare i controlli al Cova dopo l’incidente dello sversamento e per tenere l’Eni sotto stretta osservazione, ha dichiarato lo stato di emergenza per carenza di personale.
Come può essere possibile che il governatore Pittella, l’assessore regionale all’Ambiente Pietrantuono e il direttore generale dell’Arpab Iannicelli, il 19 luglio scorso, abbiano fatto una pomposa conferenza stampa congiunta per annunciare che il Cova poteva riaprire, e non abbianno fatto neanche un accenno all’emergenza personale in corso all’Arpab.
Perché, Pittella, Pietrantuono e Iannicelli, che si sono fatti fotografare uno accanto all’altro, non hanno detto in conferenza stampa che l’Arpab è in queste condizioni?
Perché questa importante informazione, che riguarda l’affidabilità e la funzionalità dell’Agenzia ambientale che dovrebbe controllare le attività del Cova, non è stata data ai giornalisti presenti?
Che credibilità può avere la massima istituzione lucana se, su argomenti come quelli della sicurezza e della tutela della salute dei cittadini, un governatore, un assessore e un alto dirigente pubblico, fanno il gioco delle tre carte con tanta spudoratezza.
I trucchetti del governatore Pittella e dei suoi accoliti, hanno dell’incredibile e offendono l’intelligenza dei lucani e di tutti noi. In più, creano allarme e preoccupazione perché su una vicenda così importante, come la riapertura del Cova di Viggiano, non si può fare tattica per ragioni di comunicazione.
Il governatore, che si riempie la bocca dicendo che la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto, la smetta di fare propaganda e spieghi perché l’Arpab è ridotta in queste condizioni e perché in questi anni non l’ha dotata di mezzi, personale e risorse necessarie.
E’ chiaro che Pittella si sta comportando come gli ex governatori Bubbico e De Filippo, e cioè tenere l’Arpab in una condizione di debolezza e disorganizzazione, così i controlli non vengono fatti come sarebbe necessario, ma ci si affida a quelli dell’Eni che, come è avvenuto finora, diventa il controllore di se stesso.
Oltre a questo, tanti altri interrogativi sono emersi sulla gestione dell’Arpab e sulle incongruenze per la riapertura del Cova.
Ne accenniamo due su tutti, sollevati dai consiglieri regionali del M5S Leggieri e Perrino e da alcuni organi di informazione: come e chi smaltirà i reflui del petrolio, qualora il Cova riaprisse, e cosa risponde l’Arpab dopo il grave episodio che ha visto l’assunzione di un dirigente che si è messo in aspettativa lo stesso giorno in cui ha firmato il contratto.
Insomma, una serie di vicende inaudite e scandalose, pasticciate da una giunta regionale incapace di tutelare il bene comune e succube della forza e della prepotenza dell’Eni.
Ci aspettiamo che Pittella risponda, al più presto, su tutto.
PIERNICOLA PEDICINI – Eurodeputato del M5S
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