E’ trascorso esattamente un anno dall’assemblea aperta che a giugno 2016 si tenne all’interno dell’Ospedale di Villa d’Agri quando, alla presenza dell’assessore alla Salute Franconi e dei dirigenti dell’Asp, il Presidente Pittella pronunciò la “famosa” frase: “nessuno vuole prendere una gomma e cancellare l’ospedale di Villa D’Agri dalla cartina geografica dei presidi sanitari della Basilicata, tanto meno il governo regionale”. Purtroppo a distanza di un anno se la Giunta Regionale non ha usato la “gomma” dobbiamo prendere atto che invece di aggiungere servizi richiesti dall’utenza si ridimensionano. Lo sostiene l’Associazione Bene Comune Viggiano aggiungendo che dopo la difficoltà nel reperire medici anestesisti (e non solo) disponibili a lavorare a Villa d’Agri si aggiunge la soppressione della reperibilità per il personale di Ostetricia-Ginecologia nei giorni festivi e nelle ore notturne.
Con la politica del risparmio e dei tagli – commenta Vittorio Prinzi, presidente deIl’Associazione – non si garantisce il diritto alla salute che in questo comprensorio, come ripetiamo da anni, necessita di nuovi investimenti e non certo di riduzione di risorse finanziarie, umane e professionali. Pertanto fa bene il Comitato Uniti per la Val d’Agri, da sempre attivo specie sui problemi dell’ospedale, a tenere alta l’attenzione delle istituzioni, della politica e soprattutto dei cittadini su ogni aspetto che riguarda l’attività della struttura ospedaliera.
La vicenda della contaminazione seguita allo sversamento di greggio dal Cova – è scritto nella nota – non si può certamente considerare archiviata e richiama il ruolo dell’ospedale di Villa d’Agri come fondamentale presidio sanitario e come tale va potenziato e non certo depotenziato in prestazioni delicate. Il riferimento è per quel Centro di Medicina Ambientale, che si prevede da anni di istituire e che deve avere non solo un fine di ricerca, quanto anche una dimensione clinica, così da potenziare l’esistente. Per questa ragione non basta più la ferma e unitaria reazione all’ipotesi di smantellamento dell’Ospedale ma – afferma Prinzi – si deve dare corso alla riorganizzazione dei servizi più volte annunciati, come per tutti gli altri ospedali, che segni un avanzamento e non più solo una difesa del diritto alla salute che in Val d’Agri è elemento straordinario per tutto quanto è accaduto e continua ad accadere nel Cova. A Villa d’Agri in sostanza – conclude – si sconta il ritardo che accompagna il piano di riorganizzazione delle strutture ospedaliere e dei servizi sanitari sull’intero territorio regionale.