Un’altra promessa non mantenuta rischia di rovinare il Natale ai 15 addetti alla mensa dell’ospedale di Villa d’Agri. La Slem, ditta che gestisce il servizio, si era impegnata a saldare entro la fine di novembre tutti gli arretrati che spettano al personale. La prima settimana di dicembre è trascorsa, ma ai lavoratori mancano ancora gli stipendi di settembre, ottobre e novembre. L’ultimo erogato è quello di agosto, stando a quanto riferito dai dipendenti. Contattato al telefono, Pasquale Paolino della Cgil ha dichiarato che i sindacati (l’altro è la Uil, rappresentata da Donato Rosa) hanno intenzione di proclamare nuovamente lo sciopero ma che è da verificare la possibilità di farlo nelle prossime settimane, con le festività ormai alle porte. “C’è la franchigia”, ci ha detto, “serve un confronto con la Commissione nazionale sullo sciopero”. La protesta dei lavoratori è già stata annullata tre volte. La prima dopo la convocazione delle parti al tavolo dell’11 ottobre presso la Prefettura di Potenza, dove la Slem aveva assicurato che avrebbe pagato tutte le spettanze entro la settimana seguente; accordo poi disatteso, pare senza alcuna immediata motivazione formale. I sindacati avevano quindi indetto nuovamente lo sciopero per il 31 ottobre, ma dovendo rispettare gli intervalli minimi fra scioperi di ambito e livelli diversi, si erano visti costretti a posticiparlo al 10 novembre.
Poi anche questa data era saltata proprio in virtù della promessa dell’azienda di versare tutte le buste paga “nel breve volgere di qualche giorno” o comunque entro la fine di novembre. La Slem aveva lamentato l’”impossibilità oggettiva ad emettere fatture da diversi mesi in quanto non ancora perfezionatisi i passaggi legati alla riorganizzazione della sanità lucana”, oltre che “identiche problematiche di più modesta entità per la parte di servizi a carico dell’Asp”. Intoppi burocratici che sembravano risolti a cavallo fra ottobre e novembre. I sindacati avevano assecondato l’azienda, intimando prima di pagare al massimo entro sette giorni, per poi dare tempo fino a giovedì scorso (a riferirlo è sempre Paolino), come chiesto dall’azienda, trattandosi di servizio pubblico essenziale. Intanto i lavoratori restano ancora in attesa di ricevere quanto dovuto.
FONTE: DANIELE CORBO – NUOVA DEL SUD