Cronache

Operazione antimafia di Potenza tra Policoro e Scanzano Jonico: 21 arresti


Dalle prime ore di questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Matera e del R.O.S., a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale della Procura della Repubblica di Potenza, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa nei confronti di 21 indagati, ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione di stampo mafioso con base a Scanzano Jonico, dedita al racket delle estorsioni, tentato omicidio, incendi ai danni di aziende agricole operanti nel settore orto-frutticolo e di aziende edili del Metapontino, rapine e spaccio di stupefacenti.

I reati accertati sono stati commessi a partire dal 2016 sul litorale jonico lucano, in particolare nei comuni di Policoro e Scanzano Jonico. Il blitz è stato eseguito con l’impiego di 150 Carabinieri collaborati da unità cinofile e con il supporto di un elicottero. Maggiori dettagli sull’operazione sono stati illustrati questa mattina presso la Procura della Repubblica di Potenza.

La particolare capacità d’intimidazione del sodalizio e la sua volontà di imporsi sul territorio era pure dimostrata dalle minacce ad un giornalista del posto, Filippo Mele della Gazzetta del Mezzogiorno, che si era occupato ed aveva riferito, nel corso della sua attività professionale, delle infiltrazioni, ma sarebbe meglio dire, dell’occupazione mafiosa del territorio da parte della medesima organizzazione.
Il territorio interessato è quello della costa jonica lucana ed il periodo temporalc investigato parte dalla fine del 2016 fino ad arrivare al mese di gennaio 2019. Le indagini, coordinate dalla DDA di Potenza e condotte dalla Compagnia Carabinieri di Policoro e dal ROS si sono concluse con la emissione da parte del G.I.P. Distrettuale del Tribunale di Potenza, di provvedimenti restrittivi che rappresentano l’epilogo e lo sviluppo dell’indagine che aveva portato nell’Ottobre del 2018 alla esecuzione di altre 25 misure contro lo stesso sodalizio mafioso denominato “clan Schettino” operante in Basilicata — nei comuni di Scansano ionico e Policoro.
Tra i raggiunti dalla misura cautelare, 9 sono stati a diverse case circondariali, 8 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora ed 1 all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

I principali reati sono:
associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.); spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 del D.P.R. 309/1990); incendio e danneggiamento a seguito di incendio (art. 424 e 423 c.p.); minaccia aggravata dal metodo mafioso (art. 612 c.p. aggravato dall’art. 416-bis 1
c.p.); estorsione agravata dal metodo mafioso (art. 629 c.p. aggravato dall’art. 7 legge 203/1991); detenzione e porto illegale di armi (artt. 2, 4 e 7 legge 895/1967); tentato omicidio aggravato e lesioni personali (artt. 56, 575, 577 e 582 c.p.).
L’attivtà investigativa si è sviluppata mediante intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, anche in in flagranza di reato, ed ha permesso di accertare l’esistenza di un’organizzazione criminale le cui peculiarità sono: avere la disponibilità di armi micidiali; avere la capacità di raccogliere risorse economiche grazie alla fiorente attività di spaccio dei suoi gregari e di finanziare i sodali e le famiglie nelle fasi di carcerazione dei suoi associati; essere in grado di riutilizzare i proventi raccolti in fiorenti attività economiche anche indirettamente gestite; incutere terrore nella popolazione mediante esternazione di atti di forza eclatanti e manifestando anche attraverso i social la propria forza e coesione; condizionare le attività economiche di imprenditori non vicini al gruppo mediante gravi minacce.
In esito alle complesse investigazioni è stato possibile fare piena luce, inoltre, su diversi di natura incendiaria ed alcune vicende estorsive consumatesi, negli anni, in danno di imprenditori del metapontino, vicende che hanno dimostrato come il sodalizio mafioso fosse dedito ad una intensa attività di assoggettamento e controllo delle attività economiche della zona.
È stato altresì possibili ricostruire le fasi di diversi fra l’organizzazione degli “Schettino” ed altre organizzazioni criminali operanti sul territorio, sfociate anche in tentati omicidi, aggressioni, sparatorie nella pubblica via.

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