Lavoro

Oggi giornata mondiale del Linfedema, malattia degli arti

Ogni anno, in Italia, si registrano circa 40.000 nuovi casi di linfedema, malattia che si manifesta con l’aumento di volume degli arti e che nella stragrande maggioranza dei casi insorge in seguito a intervento oncologico. Ma spesso le persone “a rischio” non la conoscono, non sanno come prevenirla e come affrontarla in modo tempestivo. Per questo oggi 6 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Linfedema, un’opportunità per chi vuole saperne di più, incontrando gli specialisti e le persone che si sono già sottoposte alle cure. Anche perché, una volta di più, prevenzione e informazione fanno la differenza, aprendo la strada a percorsi terapeutici più semplici e più brevi. Il linfedema è una malattia caratterizzata da un aumento di volume degli arti, e più raramente dei genitali, che spesso insorge in seguito a interventi di asportazione dei linfonodi (linfoadenectomie ascellari o inguinali). In particolare, il linfedema dell’arto superiore è una complicanza non rara  degli interventi di mastectomia e svuotamento ascellare per carcinoma della mammella. La cura del linfedema avviene abbinando la fisioterapia a interventi di super-microchirurgia, ovvero di chirurgia sotto il millimetro.

Del linfedema – sottolinea Katiana Di Marco che cura che l’imprinting del Centro Fisioelle Lavello aderente all’Aspat – si parla ancora molto poco perfino con chi deve sottoporsi a cure oncologiche. Questo significa che i pazienti non vengono educati in modo appropriato sui possibili trattamenti che, se messi in atto in fase iniziale, risultano invece essere più efficaci riducendone i sintomi anche fino al 70%. Prevenzione e consapevolezza – aggiunge – sono aspetti sempre più importanti a fronte di tutte quelle persone che praticano la professione di fisioterapista in modo abusivo. Questo perché eventuali trattamenti, se praticati in modo non consapevole e preparata, possono arrecare dei danni. Manipolazioni, manovre e massaggi eseguiti dalle persone sbagliate possono infatti portare conseguenze molto gravi con trattamenti terapeutici impropri, lesioni dell’apparato muscolo scheletrico, circolatorio o del sistema nervoso periferico.

“Un fisioterapista abilitato – dice la professionista – può valutare e rilevare tutti i rischi, che un abusivo non può conoscere o sapere. Non sempre è opportuno manipolare. Sembra banale, ma una semplice distorsione di caviglia può nascondere una microfrattura: un fisioterapista si accorge e può indirizzare la persona nel modo giusto.

La fisioterapia è un po’ come l’alimentazione, fino a quando il fisico è giovane riesce a reggere agli scompensi, ma poi qualche problema può sempre saltare fuori. E’ importante – prosegue la professionista – capire importanza e utilità di questa attività.

Un’attività che non riguarda soltanto sportivi oppure persone in avanti con l’età. La prevenzione – evidenzia – è fondamentale e non si esaurisce solo per curare eventuali acciacchi e infortuni, ma questo è un percorso che accompagna le persone in tutte le fasi della vita. Nello specifico, il terapista specialist offre anche la giusta soluzione a chi non può concedersi il piacere di impegnare il proprio corpo con il movimento, con l’uso dell’ apparecchiatura di magnetoterapia.  Affidarsi a strutture di Riabilitazione serie, con esperienza nel campo, è la giusta prevenzione, giungere ad una diagnosi clinica, fatta solo da un medico specialista e/o fisiatra, traccia il giusto percorso di cura e prevenzione alle patologie.

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