Dirittura d’arrivo per il Patto per la salute, il documento fondamentale per la sanità italiana, costruito da ministero e Regioni e la cui approvazione è in ritardo di mesi. “Abbiamo sciolto i nodi fondamentali per il Patto 2019-2021”, annuncia il ministro alla Salute Roberto Speranza.
La prossima settimana il nuovo testo andrà in commissione salute e conferenza Stato Regioni. Speranza commenta: “Al lavoro per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale”. Alcuni dei passaggi fondamentali del nuovo patto, che certifica l’aumento del fondo sanitario nazionale di 2 miliardi per il 2020 già ampiamente annunciato, riguardano il personale. Le Regioni infatti potranno investire di più per le assunzioni, fino ad ora bloccate da una serie di parametri fissati dal Mef. Il fondo per gli investimenti nel personale potrà passare dal 5% della spesa sanitaria regionale al 15%. E’ quello che chiedevano molte realtà locali, in particolare quelle con i bilanci più in ordine. Oltre ad essere molto difficile trovare i medici in certe specialità, infatti, c’erano problemi ad assumerli perché bisognava rispettare un tetto di spesa. Alzato quello, sarà più semplice manovrare per gli assessorati, anche se le specialità carenti (anestesia, ortopedia, pediatria, ginecologia e altre) resteranno comunque in difficoltà. Poter investire sui lavoratori, però, significa anche prendere più infermieri. E’ anche alzato del 2% il tetto di spesa per le prestazioni acquistate dal privato accreditato.
Tra le altre cose sono state cambiate le norme sui commissariamenti e i piani di rientro delle Regioni con il bilancio in rosso. Ci si baserà sul rispetto dei Lea, livelli essenziali di assistenza ma anche sulla salute economica dell’amministrazione. Il piano di affiancamento delle Regioni in difficoltà scatterà quando il disavanzo sarà pari al 5% del bilancio. Al 3% scatterà un alert. Il commissariamento scatterà solo come soluzione.
FONTE: REPUBBLICA.IT – MICHELE BOCCI