Gare d’appalto pilotate grazie al placet di alcuni funzionari pubblici. Con quest’accusa la Guardia di Finanza di Matera ha arrestato tre persone e sequestrato 290 mila euro, ritenuti il profitto della presunta attività illegale. Ai domiciliari si trovano un ex dirigente dell’ufficio opere pubbliche del comune di Matera, un dirigente della Provincia e un libero professionista materano. I tre sono al centro – secondo l’accusa – di una serie di anomalie nelle procedure per affidare gli incarichi e negli atti preparatori alle successive gare d’appalto per rilevanti opere pubbliche. Appalti per oltre 20 milioni di euro che avrebbero riguardato la nuova tangenziale est, la riqualificazione di Piazza della Visitazione e la realizzazione del parcheggio interrato, la costruzione della nuova scuola Torraca, l’edificazione della Casa della Tecnologia e il nuovo Teatro Duni.
Il gip ha, inoltre, disposto la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio per 12 mesi per tre dipendenti dell’Ufficio opere pubbliche del Comune di Matera. In totale, la Procura di Matera, che coordina le indagini, ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di 90 persone. Tra questi ci sarebbero anche quelli di consiglieri comunali della passata e dell’attuale amministrazione.
L’operazione è stata denominata “Allattamento”, in riferimento “all”allattamento’ di una serie di esponenti politici in carica nel Comune di Matera al fine di comprare il loro consenso, in Consiglio comunale ed in Commissione, affinché – è spiegato nella nota diffusa stamani – fossero approvate le progettualità, mediante l’affidamento o la promessa di incarichi pubblici a soggetti segnalati dai consiglieri stessi”.
Secondo gli investigatori, è stato individuato «un accordo tra pubblici ufficiali e il libero professionista materano, il quale di fatto – è scritto nel comunicato delle Fiamme Gialle – costituisce il reale estensore delle progettualità preliminari in questione e nesso di collegamento tra le diverse parti interessate al pactum sceleris; le progettualità venivano poi falsamente attestate come promananti dall’Ufficio opere pubbliche del Comune di Matera».
Le fasi di «condizionamento» delle procedure avvenivano «attraverso l’affidamento di incarichi a studi professionali esterni, in realtà individuati dal libero professionista che per la sua attività di intermediazione riceveva, a sua volta, un ritorno finanziario dagli studi professionali aggiudicatari degli incarichi, o comunque stabiliva accordi in tal senso». Inoltre, secondo l’accusa, l’organizzazione criminale «dedita al condizionamento delle procedure di affidamento di incarichi e opere pubbliche» aveva «ideato un preciso percorso che prevedeva l’appalto integrato quale oggetto dei bandi di gara, la redazione ad opera di professionisti compiacenti della progettazione esecutiva da ‘venderè ai già individuati imprenditori che avrebbero poi partecipato agli appalti stessi con un esito ab origine condizionato atteso l’affidamento alla Stazione unica appaltante della Provincia di Matera delle procedure di scelta del contraente con il precipuo fine di ecclissarsi e di non comparire come attori principali nelle predette procedure».