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Domenico Gioia di Episcopia ancora intrappolato nella grotta in Svizzera


C’è anche un lucano tra gli otto uomini che, da cinque giorni, sono intrappolati in una grotta nel canton Svitto, in Svizzera, nel territorio della cittadina di Muotathal. Si tratta di Domenico Gioia, 26 anni, nativo di Episcopia e da cinque anni trasferitosi in Svizzera per motivi di lavoro. Attualmente si trova al sicuro, insieme agli altri compagni di spedizione, a tre chilometri dall’uscita. Nessuno di loro è ferito, sono tutti in buone condizioni. Il ventiseienne era entrato nella grotta, insieme alle altre sette persone, tra cui una guida, domenica scorsa, per una escursione di due giorni, e sono rimasti intrappolati non riuscendo più a risalire dopo che la cavità è stata invasa dall’acqua. È scattato l’allarme e «quattro soccorritori di Speleo-Secours Svizzera – ha spiegato Florian Grossman, portavoce della polizia cantonale – hanno raggiunto, in otto ore, il gruppo intrappolato grazie ad una via alternativa, percorribile solo da speleologi e non adatta a semplici turisti». Il livello dell’acqua sta calando, ma non si può ancora dire quando sarà possibile per tutti uscire dalla grotta.

I sette stanno trascorrendo i giorni di «prigionia» in una zona asciutta della grotta e sono sufficientemente attrezzati per affrontare la situazione. «Il gruppo ha cibo e bevande a sufficienza ed è assistito», ha aggiunto Grossmann. La mamma e un fratello di Domenico, appena saputa la notizia, hanno raggiunto Svitto per sincerarsi delle condizioni di salute del proprio familiare. «Sto bene, non è successo nulla», ha rassicurato Domenico parlando direttamente con loro dopo che le squadre di salvataggio erano riusciti a stabilire un contatto. Viste le condizioni meteo, gli esperti di Speleo Secours hanno valutato che il gruppo di escursionisti potrà uscire dalla grotta non prima delle prossime 48 ore. Anche l’amministrazione comunale di Episcopia, guidata dal sindaco Egidio Vecchione, segue da vicino l’evolversi della situazione che tiene in ansia a trepidazione l’intera comunità. La grotta è conosciuta come «Hölloch» (Buco dell’inferno). La via d’uscita è lunga poco meno di tre chilometri. Nella grotta la temperatura è di soli sei gradi, ma il gruppo è ben equipaggiato. I soccorritori stanno portando loro batterie per le lampade frontali. L’Hölloch è uno dei maggiori sistemi di grotte del mondo. Succede spesso che persone vi rimangano intrappolate, specialmente d’inverno, stagione che meglio si addice alle esplorazioni, a causa del basso livello dell’acqua.

Fonte: Pino Perciante – Gazzetta del Mezzogiorno

 

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