Società e Cultura

“Libertà è partecipazione”, gli studenti del Liceo “G. Pascoli” di Viggiano incontrano don Marcello Cozzi

Libertà, partecipazione, democrazia.

Ormai dimenticate, abbandonate nel secolo uscente e aborrite dalla società attuale, queste parole agonizzanti, ferite mortalmente dall’indifferenza e dall’apatia, rievocano ancora oggi le grida di quegli indefessi guerrieri che si batterono per ottenerne il riconoscimento.

Parole che richiamano immagini, suggerendoci che ci sono state comunità che hanno lottato per questi principi.

Proprio cinquanta anni fa, infatti, si apriva il cosiddetto “sessantotto”, quella stagione di grandi movimenti universitari che sorgeva con lo scopo di trasformare radicalmente una società che sembrava troppo classista e poco democratica.

Cinquanta anni dopo, nel 2018, cos’è cambiato? Cosa ne è di quelle dure lotte?

Per fare queste riflessioni gli studenti del Liceo “Giovanni Pascoli” di Viggiano, sede associata dell’I.I.S. “G. Peano” di Marsico Nuovo, hanno deciso di dedicare l’assemblea d’Istituto di venerdì 23 febbraio 2018 al tema della cittadinanza attiva con tutte le sue implicazioni: dall’impegno sociale all’informazione, dai beni comuni alla partecipazione politica.

Presieduta da Don Marcello Cozzi, vicepresidente nazionale di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, l’assemblea è entrata a far parte del percorso “100 passi verso il 21 marzo”, organizzato dall’omonima Associazione.

Si è trattato di un momento di confronto, dibattito e di completo esercizio di libertà.

La libertà è come l’aria”, asserisce Don Marcello citando il Discorso ai giovani (26 gennaio 1955) di Piero Calamandrei, politico, avvocato e accademico italiano, “ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

Secondo Don Marcello viviamo in una società in cui libertà e diritti fondamentali non sono sempre riconosciuti. L’atteggiamento più comune di fronte ai soprusi è quello dell’indifferenza e della rassegnazione, morbi mortali che consegnano la nostra nazione nelle mani dei lestofanti. Le sentiamo nell’aria, le respiriamo tutti i giorni. Indifferenti, ci rassegniamo ad esse.

Don Marcello dice “basta” a questa peste d’indifferenza e rassegnazione. Dice “basta” al “fatti i fatti tuoi che campi cent’anni”, al “non c’è più niente da fare, il mondo sempre così è stato e sempre così sarà”.

Per cambiare la situazione Don Marcello suggerisce una parola rilevante: partecipazione. Partecipare significa lottare contro l’indifferenza e la rassegnazione. Don Marcello racconta le vicende di personaggi esemplari per l’impegno sociale: Peppino Impastato, Peppino Diana, padre Pino Puglisi, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone. Per cosa hanno dato la vita queste persone? Per dei valori. Per quei valori che non devono e non possono essere negoziabili: il diritto alla vita, la dignità dell’essere umano, la libertà.

Valore, ideale. Altre parole in via d’estinzione che riecheggiano nell’assemblea liceale.

E la crisi dei valori alla quale assistiamo dovrebbe risvegliare in noi quell’ansia di libertà, quell’irrefrenabile desiderio di rivoluzione.

Rivoluzione. Don Marcello pensa che sia necessaria al giorno d’oggi, e pensa che dovrebbe provenire dai giovani.

Sollecita tutti noi ad agire, qui e ora. “Dovete aspettare di avere trent’anni prima di agire? Dovete aspettare di avere l’età? Settanta anni fa Peppino Impastato aveva l’età. Voi siete il nostro presente, non il nostro futuro, rimboccatevi le maniche adesso”.

In conclusione Don Marcello rivolge un augurio ai giovani, lanciando al contempo un appello. Augura loro di sognare, di ricordar come si fa a chi lo ha dimenticato, di sognare non soltanto per se stessi ma per l’intera comunità.

Un messaggio che incanta e commuove al contempo, che predica il recupero dei sogni, perché, non dobbiamo dimenticarlo, il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.

 

 Aurora Alliegro

(II A Liceo Classico di Viggiano)

 

 

Articoli correlati