Politica

Lettera aperta a Mattarella, Bolognetti: “io invoco la verità. Io invoco lo Stato di diritto democratico. Io invoco la Costituzione”


Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro del Consiglio generale del Partito Radicale. Dalle ore 23.59 del 23 settembre riprendo lo sciopero della fame sospeso il 14 luglio.

Presidente Mattarella, non arrivo ad affermare che lei abbia volontariamente mentito al Paese intero, ma affermo, senza esitare, che lei ha diffuso una pericolosa non verità, una bugia. Affermo che lei si è fatto alfiere di tesi che non hanno fondamento scientifico, di una deriva da Stato etico, di inaccettabili ricatti di Stato. Nel contempo, non una parola è giunta dal “Colle” per chiedere che venga ridata dignità a un Servizio Sanitario Nazionale asfaltato da provvedimenti scellerati.

Lei ha detto che farsi inoculare dei vaccini, che alcuni scienziati definiscono “vaccini imperfetti”, vaccini non sterilizzanti, è un “dovere morale e civico”.

Io affermo, Presidente, che lei avrebbe il dovere morale, civico e costituzionale di garantire il diritto dei cittadini di questo Paese a poter conoscere tesi “eterodosse”, letteralmente spazzate via da una narrazione di regime.

Lei non dice la verità quando elegge ad untori coloro che legittimamente rifiutano di farsi inoculare con questi sieri.

Tocca rappresentarle, signor Presidente, quel che il 27 luglio affermava il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, dr. Antonio Magi: “il vaccino non protegge dal poter essere un “contagiante”. Sia il vaccinato che il non vaccinato lo sono. Qual è il problema? Trovandosi alcuni soggetti a rischio, il vaccinato che non è protetto – perché non sa se in quel momento è portatore – può essere parte infettate. Essendo vaccinato posso essere positivo. Far passare il messaggio che il non vaccinato è un pericolo pubblico per gli altri no!”

Gioverà segnalarle le parole del prof. Peter Doshi, che, in un articolo pubblicato il 23 agosto dal British Medical Journal, riferendosi all’incauta approvazione concessa dalla Fda al vaccino della Pfizer tra l’altro scriveva: “Prima della prestampa, la mia opinione, insieme a un gruppo di circa 30 medici, scienziati e sostenitori dei pazienti, era che c’erano semplicemente troppe domande aperte su tutti i vaccini covid-19 per supportare l’approvazione di uno di questi. Il preprint, purtroppo, ha affrontato pochissime di queste domande aperte e ne ha sollevate di nuove”.

Insomma, dubbi che si aggiungono a dubbi.

Tocca rappresentarle, signor Presidente, che poche ore fa il virologo Geert Vanden Bossche ha scritto: “I richiami e/o l’estensione delle campagne di vaccinazione di massa ai gruppi di età più giovani accelereranno solo l’insorgenza della resistenza virale ai vaccini e causeranno danni sostanziali sia ai non vaccinati che ai vaccinati”.

Inutile dire che le parole – gli interessanti interventi – del dr. Vanden Bossche sono state rese clandestine, così come sono state rese clandestine le parole del dr. Garavelli e, se consente, le ragioni che mi hanno indotto a condurre azioni nonviolente (scioperi della fame e disobbedienze civili).

Il dr. Garavelli, nel febbraio 2021, dalle pagine di “Alessandria Oggi” affermava: “Per favore, non chiamateli vaccini: sono terapie geniche sperimentali, e non è detto che bastino a neutralizzare un virus Rna, difficilissimo da “inseguire” proprio perché mutante. Ma soprattutto: perché dannarsi tanto per questi controversi non-vaccini, quando ormai è assodato che per ridurre la minaccia Covid sono più che sufficienti le cure precoci da somministrare ai primi sintomi, lasciando i pazienti a casa ed evitando quindi la corsa agli ospedali”.

L’ottimo infettivologo piemontese, da lei nominato Cavaliere della Repubblica, ha subito in questi mesi un autentico linciaggio e ha deciso, purtroppo, di autocensurarsi.

Forse non se n’è accorto Presidente ma in questo paese c’è un preoccupante clima maccartista, che lei stesso ha finito per avallare. Lei, che dovrebbe essere il custode e il garante del dettato costituzionale.

Signor Presidente, servirebbe a qualcosa ricordarle che il Consiglio d’Europa, in una risoluzione approvata a gennaio, affermava che nessuno avrebbe dovuto subire discriminazioni se avesse deciso di non farsi inoculare questi sieri anti-Covid, questi non-vaccini?

Altro che non discriminare! Con un crescendo rossiniano, accompagnato da una violenta campagna di puro odio e terrorismo, stiamo assistendo all’approvazione di provvedimenti che posso solo definire degli indecenti ricatti di Stato. Provvedimenti discriminatori. Siamo di fronte a una pericolosa svolta autoritaria in materia di politiche sanitarie e non solo. Ci siamo incamminati su una china assai scivolosa, che non ha nessuna giustificazione sul piano della scienza.

Signor Presidente, il dr. Guido Rasi pochi mesi fa, il 10 maggio, riferendosi ai decessi provocati dal Sarscov2 ha affermato: “Qualcosa non deve aver funzionato in termini di standardizzazione delle cure perché non è possibile che si muoia così tanto. Probabilmente l’approccio tachipirina e vigile attesa è un po’ troppo minimalista”?

Sbagliato! Non “minimalista”, la parola giusta è criminale.

Ne abbiamo parlato, abbiamo parlato delle dichiarazioni di Rasi? Ovviamente no! Anzi, sono state immediatamente inghiottite dal silenzio, come tutto ciò che potrebbe rompere l’armonia di una narrazione che fa acqua da tutte le parti.

Sono altrettanto certo, signor Presidente, che nessuno ricordi e in pochi sappiano che la Commissaria Onu ai diritti umani, nell’aprile 2020, esprimeva il timore che l’emergenza sanitaria potesse tradursi in una catastrofe per i diritti umani. Le parole della Bachelet le ricordo a Lei e a me stesso: “L’emergenza sanitaria può diventare una catastrofe per i diritti umani, i cui effetti dannosi supereranno a lungo la pandemia stessa. I governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l’opposizione, controllare la popolazione o rimanere al potere”.

A febbraio 2020, da cittadino che ha speso buona parte della sua vita a difendere democrazia e diritti umani, avevo espresso il timore che questa emergenza sanitaria potesse aggravare la pregressa emergenza democratica.

Non pretendo che lei condivida la mia analisi sullo stato e la qualità della democrazia nel nostro Paese e nel mondo. Non lo pretendo, ma le dico che il nostro era ed è uno Stato criminale sul piano tecnico-giuridico e che, di tutta evidenza, c’era e c’è una emergenza democratica.

Signor Presidente, lei dovrebbe temere come la peste una scienza che si fa religione e che vive di dogmi; una scienza che si fa scienza di regime.

Da 19 mesi, ininterrottamente, si sta consumando un attentato contro i diritti politici del cittadino. Da 19 mesi assistiamo alla patente violazione dell’art. 294 del codice penale.

Dalle ore 23.59 di giovedì 23 settembre e, per ora, fino alla mezzanotte di sabato 11 ottobre riprenderò lo sciopero della fame di dialogo che avevo sospeso il 14 luglio. Riprendo per aiutarla a riflettere su questa mia e per chiederle se vuole continuare ad essere il Presidente di un Paese in cui le più alte cariche dello Stato stanno alimentando un clima d’odio accompagnato da uno squadrismo di regime.

Nel 1937 Gaetano Salvemini, uno degli animatori del “Non mollare”, scriveva: “Un uomo vale tanto quanto sa. Se gli si proibisce di apprendere nuovi fatti e nuove idee gli si mutila l’anima e la gravità della mutilazione è proporzionata alla durata della sua ignoranza. Senza libertà di stampa, un popolo diventa cieco, sordo e muto. L’individuo si trova isolato al centro dell’esistenza. Si torna inconsciamente al sistema medievale dei clan. Vi regna una notte perpetua in cui vagano spiriti smarriti e vuoti di idee”.

Signor Presidente, io invoco la verità. Io invoco lo Stato di diritto democratico. Io invoco la Costituzione. Io invoco, egregio Presidente, tutto ciò che state cestinando oggi più di ieri.

 

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